Pensioni: perché il M5S non cancellerà Quota 100 per “colpire” Salvini

Simone Micocci

8 Aprile 2019 - 09:32

condividi

Quota 100 eliminata già nel 2020? L’indiscrezione riportata dal Messaggero spaventa gli italiani, ma in realtà c’è poco da temere.

Pensioni: perché il M5S non cancellerà Quota 100 per “colpire” Salvini

Pensioni, nelle ultime ore è scattato l’allarme Quota 100: il Messaggero ha infatti lanciato un’indiscrezione che spaventa tutti coloro che nei prossimi mesi matureranno i requisiti per anticipare l’accesso alla pensione all’età di 62 anni.

Nel dettaglio, il quotidiano romano ha svelato un piano del Movimento 5 Stelle che avrebbe intenzione di voltare le spalle alla Lega dopo gli screzi delle ultime settimane cominciando con l’eliminazione di Quota 100, vero e proprio cavallo di battaglia di Matteo Salvini. Il Messaggero parla di “schiaffo all’alleato”, con Quota 100 che rispetto a quanto previsto dal decreto 4/2019 - nel quale sono stanziate le risorse per il prossimo triennio - verrebbe cancellata già dal prossimo anno, così da risparmiare sui conti pubblici.

Ma quanto fondo di verità c’è in questa indiscrezione? Probabilmente poco.

Cancellare Quota 100, infatti, potrebbe portare ad un effetto boomerang per il Movimento 5 Stelle che anziché penalizzare la Lega rischierebbe di aumentarne i consensi che - come riportato dagli ultimi sondaggi politici - hanno raggiunto i massimi storici.

Analizzando le ultime notizie sulle pensioni vediamo perché - almeno per il momento - non c’è alcun rischio che il Movimento 5 Stelle faccia un passo indietro su Quota 100.

Perché il M5S potrebbe eliminare Quota 100

Secondo il Messaggero c’è un motivo ben preciso per cui il Movimento 5 Stelle starebbe pensando di cancellare Quota 100 già dal prossimo anno: salvaguardare i conti pubblici.

Le stime per la crescita sono più basse di quelle previste dalla Legge di Bilancio e lo spettro della recessione si fa sempre più concreto: ecco perché c’è il rischio che il Governo debba individuare una soluzione il più presto possibile anche per rispettare il patto raggiunto con l’Europa alla vigilia dell’approvazione della manovra finanziaria. Per questo nelle ultime settimane si parla di aumento dell’IVA già nel 2019, o anche di una nuova patrimoniale; a queste ipotesi si aggiunge poi quella riportata dal Messaggero che vede appunto una cancellazione di Quota 100 già dal prossimo anno.

Secondo Il Messaggero a conferma di questa tesi ci sarebbero le ultime dichiarazioni fatte dagli esponenti del Movimento 5 Stelle, i quali hanno più volte ricordato che “Quota 100 è solamente una norma transitoria” e che prima di decidere il da farsi bisognerà “vederne gli effetti”.

Nonostante l’eliminazione di Quota 100 potrebbe avere un senso dal punto di vista economico, non lo ha assolutamente sul piano politico: ecco perché questa indiscrezione ci appare piuttosto irrealizzabile visto che Matteo Salvini non darà mai il proprio consenso ad un passo indietro sulla riforma delle pensioni, punto sul quale il leader della Lega ha fondato buona parte del suo successo politico di questi ultimi 12 mesi.

Perché Quota 100 non verrà eliminata

Il Movimento 5 Stelle ad oggi non è nella posizione per potersi permettere quello che il Messaggero ha descritto come uno “schiaffo dell’alleato”.

Una cancellazione anticipata di Quota 100, infatti, porterebbe ad un’inevitabile rottura dell’accordo Lega-M5S, con una caduta del Governo e un ritorno alle urne che - visti i dati degli ultimi sondaggi politici - gioverebbe alla Lega e ad un’eventuale alleanza di Centrodestra. Senza contare che l’elettorato darebbe proprio al M5S la colpa di aver cancellato Quota 100, con i pentastellati che perderebbero ancora più consensi rispetto ad oggi.

Per il M5S, quindi, un passo indietro sulla riforma delle pensioni rappresenterebbe un vero e proprio “suicidio” politico; Di Maio lo sa, ed è per questo che non prenderà in considerazione questa ipotesi.

Non è un caso tra l’altro che nelle ultime ore lo stesso premier Giuseppe Conte è intervenuto - a margine del Vinitaly - per smentire categoricamente questa ipotesi. Nel dettaglio, il Presidente del Consiglio ha tranquillizzato coloro che il prossimo anno contano di accedere a Quota 100 dichiarando che una sua fine anticipata “non è all’ordine del giorno” visto che il Governo “ha preso un impegno su una misura triennale” e lo porterà a termine.

Nonostante gli allarmismi, quindi, non c’è nulla da temere per Quota 100: anche nel 2020 e nel 2021, salvo sorprese, si potrà andare in pensione all’età di 62 anni con 38 anni di contributi.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO