Accanto alla revisione del nuovo regime fiscale previsto per i titolari di Partita IVA potrebbe vedere il debutto anche la nuova Imposta sul reddito dell’Imprenditore (IRI) nei prossimi Decreti attuativi della Delega Fiscale.
Sempre più vicina la data del 20 Febbraio, il giorno in cui è fissato un importante Consiglio dei Ministri in cui dovrebbero vedere la luce molti dei Decreti Attuativi che vanno ad attuare la Delega Fiscale Assegnata al Governo. Si tratta della parte più consistente tra le misure che dovrebbero andare a modernizzare e snellire il fisco italiano, al fine di rendere l’Italia un Paese maggiormente competitivo sullo scenario europeo e internazionale.
Dovrebbero essere sei i decreti che il premier Renzi e il ministro dell’Economia Padoan dovrebbero portare in CdM. Tali decreti riguarderanno le correzioni apportate alla riforma (già emanata) dei reati tributari, un decreto sulla fiscalità internazionale, un provvedimento sulla fatturazione elettronica tra i privati e i giochi, un decreto sulla riforma del catasto, l’introduzione del gruppo IVA e la riforma dei regimi contabili. In tutti i casi si tratta di riforme di primaria importanza che apporteranno consistenti novità al Fisco Italiano.
La revisione della nuova Partita IVA
Il problema maggiore che si pone di fronte a qualsiasi intervento di revisione del nuovo regime delle Partite IVA è quello delle coperture. Nel caso specifico occorrerebbero 70 miliardi di euro che il Ministero dell’Economia sta cercando di reperire, per consentire di concretizzare il disegno di revisione del nuovo regime forfettario, proposto dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti. Secondo la proposta Zanetti, confluita in un emendamento (al Decreto Milleproroghe) presentato da Scelta Civica, lo scenario di più probabile revisione prevedrebbe che a tutti i contribuenti che intendono diventare titolari di Partita IVA, venga concessa la possibilità di optare, per il 2015, per il vecchio regime dei minimi in vigore fino al 31 Dicembre 2014. In tal modo il titolare di Partita IVA in regime dei minimi potrebbe godere ancora di:
- imposta sostitutiva al 5% (attualmente è stata innalzata al 15%);
- limite dei ricavi a 30000 euro annui;
La revisione del nuovo regime forfettario potrebbe essere inserita nel Decreto riguardante i nuovi regimi contabili e l’Imposta sul Reddito dell’Imprenditore (IRI).
Imposta sul reddito dell’Imprenditore (IRI): che cos’è e come funziona
Anche se in questo secondo caso il problema dalle coperture è molto più consistente dal momento che il Governo e il MEF dovrebbero trovare 1 miliardo di euro, con i prossimi decreti attuativi della Delega Fiscale, dovrebbe vedere al luce anche una revisione strutturale della tassazione dei redditi d’impresa.
In base a ciò che è dato sapere al momento, dovrebbe essere previsto un unico regime fiscale per tutti i tipi di società e per i professionisti separando nettamente le tasse relative al reddito dell’imprenditore (o del libero professionista) e quello delle imprese.
La nuova Imposta sul reddito dell’Imprenditore dovrebbe andare a sostituire la vecchia IRES e dovrebbe essere prevista per qualsiasi attività d’impresa e anche per le attività professionali, equiparando di fatto (da punto di vista fiscale) le imprese ai professionisti. In tal modo:
- i redditi d’impresa non distribuiti saranno assoggettati alla nuova IRI;
- i redditi d’impresa distribuiti tra i soci e i redditi d’impresa che l’imprenditore trattiene per sé contribuirà a determinare il reddito della persona fisica, e sarà quindi assoggettata all’IRPEF;
- i contribuenti minori potranno pagare un’unica imposta forfettaria in sostituzione di quelle dovute (le due precedenti) dai contribuenti ordinari;
La nuova IRI si configura come un sistema che favorisce la redistribuzione degli utili in azienda, rendendone più leggera la relativa tassazione, a vantaggio di soci d’impresa o professionisti che, nel sistema fiscale attuale, per quanto riguarda i redditi d’impresa sono assoggettati a un’aliquota IRES del 27,5%.
I tempi della Delega Fiscale
Proprio data la quantità e l’entità delle misure in campo (a cui dovrebbero aggiungersi, a Marzo dei provvedimenti riguardanti il nuovo contenzioso, l’accertamento e la riscossione) appaiono sempre più stretti i tempi per l’attuazione della Delega Fiscale concessa al Governo, il cui termine attuale scade il 27 Marzo. A tal proposito sembra sempre più probabile un allungamento dei termini di scadenza, che dovrebbero allungarsi di complessivi 6 mesi, in base a un accordo tra Governo e Parlamento, da concretizzare subito dopo il 20 Febbraio.
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