Partita IVA 2015, contributi, aliquote, redditi: ecco quali sono i margini di intervento del Governo

Simone Casavecchia

16/02/2015

La revisione del nuovo regime forfettario previsto per i titolari di Partita IVA è ormai alle porte: ecco quali potrebbero essere i fronti su cui interverrà il Governo, dai contributi previdenziali alle aliquote fiscali.

Partita IVA 2015, contributi, aliquote, redditi: ecco quali sono i margini di intervento del Governo

Quella che inizia oggi sarà la settimana della verità per i titolari di Partita IVA nel nuovo regime forfettario ma anche per i vecchi titolari di Partita IVA in regime dei minimi. Il Consiglio dei Ministri del 20 Febbraio è, infatti, la data in cui è fissato il Consiglio dei Ministri in cui dovrebbero vedere la luce gli interventi di modifica di uno dei provvedimenti più contestati della Legge di Stabilità, che lo stesso Matteo Renzi ha definito come un clamoroso autogol, pur senza fare nulla per introdurre delle misure più eque, già nello stesso testo della Legge di Stabilità. Ecco quali sono le principali modifiche che potrebbero essere introdotte riguardo al nuovo regime forfettario, attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe.

Aliquota fiscale
L’attuale aliquota fiscale in vigore, fissata al 15% della base imponibile, ottenuta applicando un coefficiente reddituale ai ricavi prodotti in un periodo d’imposta, potrebbe essere modificata in due direzioni:

  • abbassamento dell’aliquota al 10%;
  • possibilità di optare, per il solo 2015, tra il vecchio regime dei minimi (con aliquota fiscale al 5%) e il nuovo regime forfettario introdotto dalla Legge di Stabilità;
    Sulle aliquote il nodo maggiore da sciogliere sarebbe ancora quello dell’entrata in vigore delle modifiche: il Governo vorrebbe, infatti, evitare di introdurre modifiche nell’anno in corso, quindi, gli eventuali cambiamenti potrebbero trovare attuazione dal gennaio 2016, mentre per l’anno in corso potrebbe essere consentita la possibilità di optare ancora per il vecchio regime dei minimi che verrebbe, di fatto, prorogato per un anno.

Fasce di reddito
Il nuovo regime forfettario non prevede limiti di età (per il vecchio regime dei minimi era fissata a 35 anni) ma ha introdotto limiti di reddito differenziati secondo le specifiche tipologie di attività mentre prima vi era un un’unica soglia di reddito fissata a 30000 euro annui.
Con il nuovo regime dei minimi il limite di reddito previsto per i professionisti è stato fissato a 15000 euro mentre per i commercianti è stato elevato a 40000 euro annui.
In tal senso, dopo aver verificato che molti professionisti denunciano un reddito compreso tra i 15000 e i 20000 euro annui, il Governo potrebbe decidere di elevare la soglia di reddito prevista per i professionisti a 20000 euro annui, allargando in tal modo la platea dei beneficiari.

Aliquota Contributiva
A tal proposito è opportuno ricordare che l’aliquota contributiva prevista per il 2015 per i professionisti non iscritti ad alcuna cassa professionale ma alla Gestione Separata INPS è elevata al 30,72%.
Quella che si configura come una vera e propria stangata contributiva non è il frutto di una decisione presa dal Governo nell’ambito della Legge di Stabilità, dal momento che tale aumento era già previsto prima di quella norma, un aumento che tra l’altro, ha natura progressiva e che dovrebbe portare l’aliquota contributiva fino al 33,72% nel 2018.

L’Esecutivo, responsabile comunque del mancato blocco dell’aumento dell’aliquota contributiva, potrebbe, con ogni probabilità decidere una proroga anche in tal senso, stabilendo che, per il 2015, venga prorogata l’aliquota prevista fino allo scorso anno pari a 27,72%.

Si tratta, almeno nella maggior parte dei casi, di proroghe che potrebbero rendere meno difficile il 2015 delle Partita IVA, sebbene, poi, dal 2016, le uniche significative novità potrebbe, in buona sostanza, rimanere l’abbassamento dell’aliquota fiscale al 10% e l’elevazione della soglia di reddito a 20000 euro.

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