La maggioranza del Partito Democratico vuole rottamare Matteo Renzi? Non sembra un’ipotesi da escludere visti i recenti sviluppi all’interno del partito.
La maggioranza del Partito Democratico vuole rottamare Matteo Renzi? A quanto pare questa prospettiva non è da escludere.
Se finora c’era aria di scissione in casa PD e le critiche erano arrivate principalmente dalla minoranza, adesso anche la maggioranza sembra essere sul piede di guerra e vagliare l’ipotesi di mettere da parte l’ex premier Matteo Renzi.
“Chi di spada ferisce, di spada perisce” direbbe qualcuno e probabilmente se Matteo Renzi “il rottamatore” venisse a sua volta rottamato non mancherebbe chi proverebbe gioia.
In ogni caso la tensione in casa PD è davvero alta e molte sono le questioni su cui il Partito Democratico cerca un accordo. Tra queste c’è sicuramente quella della legge elettorale - dopo le modifiche apportate all’Italicum dalla Corte Costituzionale - e le elezioni anticipate.
E sembrerebbe essere proprio su questo punto che divergono le vedute di maggioranza PD ed ex premier Matteo Renzi, tanto che è arrivato l’avvertimento di Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, e Andrea Orlando, ministro della Giustizia, sul fatto che non è detto che se si vada alle urne anticipatamente il candidato premier sia necessariamente Renzi.
Matteo Renzi adesso si trova fra due (o forse più) fuochi e dovrà scegliere bene le sue mosse se vorrà fare da paciere ed evitare la rottura interna del PD.
Matteo Renzi a rischio rottamazione: cosa dice la maggioranza PD?
La maggioranza del Partito Democratico, insomma, ha alzato la voce e chiarito che non è scontato che sia Matteo Renzi il candidato premier per eventuali elezioni anticipate.
L’avviso arriva come una doccia gelata su Matteo Renzi visto che finora la maggioranza PD aveva diviso strenuamente il suo segretario, ma che stavolta non sembra intenzionata a farlo a tutti i costi.
Il pomo della discordia è stato, a quanto pare, il fatto che Matteo Renzi sia intenzionato a giocarsi il tutto per tutto pur di andare ad elezioni anticipate e infatti l’ex premier potrebbe dare il proprio consenso al premio di maggioranza alla coalizione pur di andare alle urne a giugno.
La maggioranza PD, però, non ci sta e a farlo sapere a Renzi sono i capicorrente: Dario Franceschini, Andrea Orlando, oltre che Maurizio Martina, ministro delle politiche Agricole, e Gianni Cuperlo.
E a Matteo Renzi è stato presentato un aut-aut: concordare la linea da seguire con la maggioranza PD o rassegnarsi ad essere messo da parte.
La maggioranza, infatti, fa già un nome su un ipotetica alternativa alla segreteria Renzi: quello di Andrea Orlando.
Matteo Renzi a rischio rottamazione: minoranza PD e legge elettorale
Matteo Renzi sarebbe, dunque, sotto assedio da diversi fronti: da una parte la maggioranza PD; dall’altra la minoranza guidata da Massimo D’Alema che minaccia scissione e che potrebbe essere seguito a ruota da Michele Emiliano, che ha più volte espresso il suo disappunto per il mancato congresso PD e si è detto pronto a sfidare Renzi.
Oltre a loro, anche Pierluigi Bersani sembra valutare alternative diverse dal PD, come quella di un nuovo Ulivo.
Lo scenario che ne risulta è quello di un partito lacerato, che attualmente fatica a trovare punti d’incontro. Un problema non da poco visto che la coesione è necessaria più che mai ora che si discute di legge elettorale e che si pensa ad un voto anticipato.
Per Renzi sulla legge elettorale si deve ricominciare da capo, portando in aula il Mattarellum e giocandosi la partita alle urne, anticipando le elezioni a giugno. Questo per spiazzare Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle che secondo Renzi in realtà non vorrebbero andare subito alle elezioni perché convinti di prendere più voti a febbraio.
Una diatriba che rischia di assumere toni più forti e di dar vita ad un braccio di ferro pesante all’interno del PD. Intanto la maggioranza, anche se ancora non dichiara guerra ufficiale a Renzi, lo ha avvisato dei rischi che sta correndo. E si sa, premier avvisato...
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