Oro e argento, paura Trump: rialzo dei metalli preziosi, il mercato cerca rifugio

Matteo Bienna

9 Novembre 2016 - 09:42

Oro e argento al loro maggior rialzo dopo la Brexit: questa la prima reazione a Trump nuovo presidente degli Stati Uniti. L’inizio di un lungo cammino?

Oro e argento, paura Trump: rialzo dei metalli preziosi, il mercato cerca rifugio

Oro e argento segnano il loro maggior rialzo dal giorno della Brexit all’ufficializzarsi del secondo evento shock di quest’anno.

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America e l’immediata reazione sui mercati finanziari non è andata lontano da ciò chi si temeva alla vigilia.

Le borse crollano, il dollaro perde terreno e quindi risale l’oro, in primis, insieme all’argento. I due principali metalli preziosi tornano quindi attraenti per molti investitori, incerti sul futuro degli Stati Uniti e non solo.

Le conseguenze dell’inaspettata elezione di Trump sono materia pervasa ancora da grande incertezza ma c’è il timore, diffuso, che i mercati possano risentirne da qui in poi.

La quotazione dell’oro vola quindi dal minimo di giornata a $1.268 fino ad un primo massimo a $1.337 mentre il prezzo dell’argento va da $18,2 fino a sfiorare i $19, e questo solo durante la sessione asiatica di oggi.

Vediamo quindi nel dettaglio la reazione di oro e argento alle elezioni USA 2016 e le possibili prospettive post-election day.

Oro e argento volano con Trump: il mercato torna a guardare ai metalli preziosi

Il prezzo dell’oro registra il massimo delle ultime sei settimane mentre molti investitori che cercano riparo sui mercati, scossi dall’elezione di Donald Trump a nuovo presidente degli Stati Uniti.

È il rialzo più significativo dal giorno della Brexit e vede nella primissima parte della giornata un guadagno di circa il +5% per il più prezioso dei metalli.

Segue anche l’argento con un recupero di oltre il +4%, tornando sui livelli che precedono il crollo di ottobre, prima che il dollaro USA si rendesse protagonista del suo ultimo sprint.

La situazione sembra ora ben diversa e il biglietto verde si indebolisce, favorendo tutti i beni rifugio sul mercato, e con lo spettro della Fed ad attenderlo.

L’elezione di Trump, infatti, potrebbe spingere la Federal Reserve a trattenersi dal rialzare i tassi di interesse durante la riunione di dicembre, così come aveva fatto intendere, favorendo ulteriormente il rialzo dell’oro.

“La presidenza di Trump si traduce in un lungo periodo di incertezza, nel quale ogni intervento del neo eletto rischia di avere un effetto ingente sui mercati. ”

Queste le parole di Joshua Rotbart, partner della J. Rotbart & Co, che sottolinea come lo scenario che si apre con oggi potrebbe rappresentare solo la premessa di un futuro dove l’incertezza si manifesterà in continuazione.

Dal seguente grafico giornaliero si può apprezzare l’immediato rialzo nel prezzo dell’oro, al netto di un ritracciamento avuto all’apertura dei mercati europei:

La quotazione di aggira ora attorno alla soglia psicologica dei $1.300, dopo il massimo intraday segnato a $1.337, primo target da raggiungere e confermare.

Un percorso rialzista avrebbe le resistenze in rosso come principali obiettivi, in particolare $1.349 e $1.366 sarebbero i due passi principali verso i nuovi massimi annuali, in un cammino che a quel punto avrebbe pochi limiti da porsi.

Discorso simile anche per l’argento, il cui rialzo di giornata è meno poderoso, come osservabile dal grafico D1 che segue, ma nasconde ancora grandi potenzialità:

La soglia a $19,2 è il primo target da superare per mirare con convinzione a quota $20, vero crocevia per permettere al metallo prezioso di rompere la sequenza di massimi decrescenti e volare anch’esso verso i record annuali.

Il mercato rimane quindi alla finestra e, dall’incertezza, sembra intanto cercare rifugio.

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