L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), ha tagliato di circa mezzo punto le proprie stime sulla crescita globale portandole dal 3.1% al 2.7% nel 2013 e al 3.6% per il 2014, quando invece a maggio aveva previsto una crescita del 4%.
Le cause
Le cause di questo taglio, si legge nel rapporto rilasciato oggi, sono da ricercarsi nel rallentamento economico che sta colpendo i mercati emergenti, ma anche alla questione statunitense, con i possibili effetti che il tapering della Federal Reserve avrebbe sull’economia mondiale.
Pier Carlo Padoan, capo degli economisti OCSE, ha affermato:
Negli ultimi mesi, ci sono stati tre eventi che hanno destabilizzato la fiducia e la stabilità dei mercati
Secondo Padoan, i tre elementi destabilizzanti sono:
- la reazione al dibattito avviato durante l’estate sulla possibile riduzione degli acquisti da parte della Federal Reserve;
- il crescente timore per le condizioni economiche delle economie dei paesi emergenti;
- le tensioni fiscali che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di storia statunitense e che hanno portato la più grande economia del mondo sull’orlo di una catastrofica crisi del debito.
Tuttavia, secondo l’OCSE la minaccia maggiore alla crescita economica mondiale sarebbe rappresentata da alcune disfunzioni del settore bancario nei mercati emergenti, molti dei quali sono in forte espansione dal 2007 e, dunque, potenzialmente esposti a bolle.
Le raccomandazioni dell’OCSE
L’Ocse ha pertanto invitato i paesi emergenti in questione ad accelerare il percorso di riforme strutturali per sopperire a queste carenze. Contemporaneamente, la ripresa economica della zona Euro continua ad essere "fragile e poco costante" per questo l’OCSE invita la Banca Centrale Europea a considerare la possibilità di allentare la politica monetaria contro i rischi di deflazione e invita a proseguire sulla strada dell’unione bancaria.
Secondo l’OCSE la zona Euro crescerà dell’1.0% nel 2014, leggermente meno rispetto a quanto stimato a maggio; nel 2013 invece il blocco della moneta unica crescerà dello 0.4%, contro lo 0.6% precedentemente stimato.
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