Nuovo presidente BCE: chi sarà il sostituto di Mario Draghi?

Flavia Provenzani

13 Marzo 2019 - 09:28

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Con il mandato di Mario Draghi in scadenza, un sondaggio Bloomberg ci rivela chi potrebbe essere il suo sostituto e nuovo presidente della BCE.

Nuovo presidente BCE: chi sarà il sostituto di Mario Draghi?

Ha inizio il toto-nomi, alla ricerca di chi sarà il nuovo presidente della BCE e sostituto di Mario Draghi.

Con il mandato in scadenza a fine ottobre 2019, Draghi ben presto dovrà abbandonare la guida della Banca Centrale Europea, che con lui ha visto nascere il quantitative easing e una politica monetaria espansiva con il fine di risollevare le sorti dell’economia dell’Eurozona.

La corsa al sostituto di Draghi sembra ormai essere una questione per lo più franco-finlandese - secondo un sondaggio targato Bloomberg condotto tra economisti di spicco, alle prime posizioni tra i possibili candidati a nuovo presidente BCE troviamo due nomi di nazionalità francese e due finlandesi.

Nuovo presidente BCE: il sondaggio Bloomberg

In testa nel sondaggio su chi sarà il prossimo presidente della BCE troviamo Erkki Liikanen, ex direttore della banca centrale finlandese. A seguire, a poca distanza, spicca Francois Villeroy de Galhau, attuale Governatore della Banca di Francia. Il connazionale di Liikanen, Olli Rehn, vanta la terza posizione, seguito subito dal francese Benoit Coeure. L’esponente tedesco più quotato alla carica di presidente dell’istituto centrale è al quinto posto con Jens Weidmann.

Sarà una scelta decisamente politica, in base non solo all’esperienza, ma anche al genere e alla nazionalità. Il nuovo presidente della BCE erediterà un assetto espansivo di politica monetaria e il suo compito sarà quello di consolidare la ripresa dell’economia dell’Eurozona.

Chi sarà il sostituto di Draghi?

Ecco i candidati più probabili a succedere a Draghi nel ruolo di presidente della BCE, in base al sondaggio Bloomberg.

Erkki Liikanen

Nazionalità: finlandese
Segni particolari: lunga esperienza nell’UE
Classe 1950, a luglio 2018 ha presentato le sue dimissioni dall’incarico di governatore della banca centrale della Finlandia. Alla guida della BCE porterebbe decenni di esperienza accumulata in quel di Bruxelles utile a dare sostegno ai governi dell’Eurozona, impegnati ad arginare le loro carenze strutturali. Ai massimi della crisi del debito, nel 2012 è stato presidente di un team di esperti con l’incarico di delineare un piano di riforme rivolto al settore bancario europeo, poi implementato solo parzialmente.

Eletto al parlamento finlandese alla tenera età di 21 anni, da allora il futuro nuovo presidente della BCE più quotato ha ricoperto vari incarichi tra cui commissario europeo, ministro delle finanze, ambasciatore a Bruxelles e segretario generale dell’SDP. Da anni è un consigliere vicino a Draghi e ha sostenuto il piano di stimolo straordinario concretizzatosi nel quantitative easing. Dalla comunità politica europea è considerato moderato e pragmatico.

Francois Villeroy de Galhau

Nazionalità: francese
Segni particolari: parla anche il tedesco (gradirà frau Merkel?)

Attuale governatore della banca centrale di Francia, Villeroy de Galhau è l’alternativa più concreta per quei governi che si rifiuteranno di nominare un tedesco. Da quando è subentrato alla Banca di Francia nel 2015, Villeroy si è avvicinato alla linea di Draghi sostenendo la continuazione dello stimolo monetario. In qualità di ex banchiere di BNP Paribas SA, è al tempo stesso consapevole delle preoccupazioni del comparto bancario sui tassi di interesse negativi della BCE.

Potrebbe non essere di grande conforto per i tedeschi, ma ha anche dei legami con la Germania: è un discendente della famiglia Villeroy & Boch, assai nota nel campo delle ceramiche, proviene dalla regione di confine dell’Alsazia e ama rivolgersi al pubblico tedesco nella sua lingua madre, proprio come Weidmann, tedesco, che parla fluentemente francese.

Jens Weidmann

Nazionalità: tedesca
Segni particolari: un falco markeliano con influenze francesi

Weidmann vanta il primato del presidente più giovane che abbia mai guidato la Bundesbank, incarico che ha preso in mano nel 2011, quando il suo predecessore decise di dimettersi come segno di protesta contro il QE della BCE. Classe 1958, ha sempre sostenuto una linea dura nei confronti della politica monetaria di stimolo, guadagnandosi così il rispetto del pubblico tedesco ma non quello di Draghi, che ha criticato pubblicamente il suo atteggiamento da “nein zu allem” - “no a tutto”. Questo potrebbe giocare a suo sfavore qualora i governi dell’Eurozona dovessero temere una fretta eccessiva nel porre fine al piano di stimolo.
A suo favore, tuttavia, gioca il fatto che - “incredibilmente” - la Germania non sia mai stata alla guida della BCE nonostante sia l’economia più grande dell’area economica.

Qualche evidenza dal suo curriculum: dopo aver studiato in Germania e in Francia, Weidmann ha lavorato presso il Fondo Monetario Internazionale e si è preso una pausa dalla Bundesbank tra il 2006 e il 2011 per lavorare come consulente della cancelliera tedesca Angela Merkel.

Olli Rehn

Nazionalità: finlandese
Segni particolari: un eurocrate convinto

Classe 1962, Rehn ha relativamente poca esperienza nel sistema bancario centrale europeo, ma ha lavorato negli affari economici per anni. In qualità di commissario europeo responsabile dell’euro durante la crisi del debito, è stato un forte sostenitore delle riforme fiscali prima di tornare alla politica finlandese nel 2015 nel ruolo di ministro dell’economia e uomo chiave nell’emersione del paese dalla recessione in corso, all’epoca, da tre anni. Ha assunto la guida della banca centrale finlandese dopo che Liikanen si è dimesso a metà del 2018 ed è uno dei pochi membri del Consiglio direttivo della BCE ad essere un utente attivo su Twitter.

Benoit Coeure

Nazionalità: francese
Segni particolari: profondo conoscitore dei mercati

Nato nel 1969, Coeure è già nel Consiglio esecutivo della BCE con un mandato di otto anni, non rinnovabile, in scadenza alla fine di quest’anno. È molto rispettato nel settore, e la sua nomina a nuovo presidente della Banca Centrale Europea è una possibilità.
È uno degli fautori dell’allentamento quantitativo ed è responsabile per i mercati, quindi ha certamente l’esperienza necessaria. In più, se può servire, parla anche giapponese. Ha trascorso la maggior parte della sua carriera presso il Tesoro francese, dove è diventato vice direttore generale prima di iniziare il suo incarico alla banca centrale della zona euro nel 2011. Come con Villeroy, un punto a suo sfavore potrebbe essere il fatto che la Francia ha già avuto un presidente della BCE francese, Jean-Claude Trichet.

Tra gli altri nomi possibili, ma decisamente meno quotati, troviamo l’olandese Klaas Knot, il tedesco Klaus Regling, l’attuale direttrice del FMI Christine Lagarde, lo spagnolo Pablo Hernandez de Cos e l’estone Ardo Hansson.

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