Tassa unica sulla casa: rischio aumenti. Chi pagherà di più?

Camilla Carè

12 Novembre 2019 - 14:38

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La nuova tassa unica sulla casa 2020 accorpa Imu e Tasi. Chi rischia davvero di pagare di più e di quanto sarà l’aumento? Le ultime notizie.

Tassa unica sulla casa: rischio aumenti. Chi pagherà di più?

La tassa unica sulla casa è una delle principali novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2020, che mette insieme in un’unica imposta Imu e Tasi.

Anche se la nuova Imu non è entrata ancora in vigore e non si ha ancora contezza dell’importo preciso per ogni cittadino, sorgono già diverse preoccupazioni.

La nuova Imu obbligherà i proprietari di casa in affitto a versare anche la Tasi finora a carico degli inquilini, ma ora i dubbi ora riguardano gli effettivi aumenti e i soggetti su cui graveranno. Vediamo di fare chiarezza.

Tassa unica sulla casa 2020: chi paga di più?

La tassa unica sulla casa, accorpando Imu e Tasi, sarà a carico interamente del proprietario, aggiungendo a sue spese un onere che prima era pagato dagli inquilini degli immobili in affitto. In precedenza infatti, la Tasi non era obbligatoriamente un costo del proprietario, ma l’istituzione della nuova tassa sulla casa 2020 cambia le regole del gioco. Previsto quindi un aumento delle tasse per i proprietari di case in affitto.

Come dichiarato dal viceministro dell’Economia Laura Castelli (Movimento 5 stelle), l’accorpamento di Imu e Tasi a carico del proprietario “è stata una scelta di semplificazione e anche di riscossione. Se unisci due tributi devi anche uniformarne le regole, altrimenti non c’è semplificazione. La Tasi verrà assorbita nell’Imu e l’Imu non grava sugli inquilini ma sui proprietari. Non si poteva fare altrimenti”.

Nuova tassa unica sulla casa, nuovi aumenti?

La tassa unica sulla casa, che sarà a carico dei proprietari, accorpa due diversi costi. Ciononostante c’è chi dubita (o forse spera) che nonostante la somma di Imu e Tasi il costo a carico dei contribuenti non aumenti rispetto agli anni precedenti.

L’ipotesi è, infatti, che essendo la Tasi una tassa sui servizi comunali, la decisione del costo finale della nuova Imu spetterebbe ai Comuni. Come dichiarato sempre dal viceministro Castelli la nuova tassa non porterà “aumenti per i cittadini, ma anzi possibili riduzioni di imposta visto che i sindaci avranno per la prima volta la chance di azzerare l’Imu su determinate categoria di immobili”.

Lasciando l’autonomia nelle mani dei Comuni però, non è chiara e sicura la possibilità della riduzione dell’imposta. Con la nuova Imu, infatti, i Comuni possono aumentare l’aliquota senza bisogno di approvare un’apposita delibera, come era invece per la Tasi. Non resta che stare a vedere come decideranno di muoversi i diversi Comuni italiani.

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