Il capo dell’autorità di supervisione della BCE Danièle Nouy ha dichiarato che le banche insostenibili possono anche chiudere. Sulla questione pesano gli NPL di cui le banche dell’eurosistema sono ancora piene.
Le banche insolventi possono anche chiudere, non esistono istituti bancari too big to fail. È quello che pensa Danièle Nouy, capo della supervisione bancaria della BCE in occasione di un’audizione davanti alla Commissione per gli affari economici del Parlamento europeo. La BCE è inoltre del parere che non esistano nell’eurosistema banche “too big to fail”.
Nouy si scaglia contro l’attendismo (usa l’espressione “wait and see”) da parte delle banche nell’affrontare la questione dei NPL (non performing loans). Ogni banca, infatti, è chiamata a implementare le giuste strategie sotto la supervisione ad hoc della BCE in una maniera che non gravi sulle finanze pubbliche attraverso salvataggi e/o interventi dell’esecutivo.
Un altro aspetto importante su cui ha battuto il capo della supervisione BCE è sul nuovo Single European Rulebook della Commissione e sulle implicazioni che questo può avere sul ruolo di supervisione della BCE nella futura unione bancaria. La Nouy chiede maggiori poteri discrezionali per la BCE nel piano strutturato dalla Commissione.
BCE: chiusura banche possibile, pesano NPL
Secondo Danièle Nouy, a capo della supervisione bancaria della BCE, l’ipotesi che una banca chiuda perché appesantita da ingenti quantità di NPL non è affatto astrusa. In altre parole, a differenza degli USA, nell’eurozona non esistono (potenzialmente e retoricamente) banche “too big to fail”. Ha anche dichiarato che nell’eurozona ci sono troppe banche. Una considerazione che i membri dell’establishment europeo solitamente esprimono per giustificare l’esigenza di accorpamenti tra istituti.
Ciò che emerge dall’argomentazione di Nouy è che la BCE ha ben chiaro in mente come procedere allo stoccaggio degli NPL: o la banca chiude o dello stoccaggio se ne occupa la banca stessa. Nell’eurozona, a differenza della Germania che ha salvato il sistema bancario nazionale con ingenti quantità di denaro pubblico tra il 2008 e 2014, meglio lasciare perdere gli interventi pubblici. A Bruxelles e a Francoforte queste cose le fanno pesare. Nouy ha infatti dichiarato:
“Le banche stesse sono responsabili dell’implementazione di adeguate strategie di gestione degli NPL, che spaziano in un range di opzioni tra cui lo smaltimento di NPL [...] Ma lasciatemi sottolineare che l’azione nei confronti degli NPL comporta anche la partecipazione degli stakeholders, non solo del supervisore.”
Quello che invece la BCE chiede alla Commissione - che ha da poco ultimato il Single European Rulebook sull’unione bancaria - è maggiore autonomia discrezionale nel trattare problematiche connesse agli NPL e ai rischi bancari più in generale. La BCE teme che il nuovo quadro normativo - che per l’appunto trasferisce molte responsabilità a livello nazionale - le impedisca quel margine di flessibilità per operare saldamente a sostegno del sistema.
BCE: quali prospettive sulla supervisione nel 2017?
Per quanto riguarda il 2017, la Nouy ha evidenziato tre aree su cui si focalizzeranno gli interventi di supervisione della BCE:
- i modelli di business e i fattori di redditività;
- il rischio di credito (e, naturalmente, il rischio connesso agli NPL);
- l’area di risk management.
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