Un esercito di No Tav ha invaso Torino. Per gli organizzatori è "la manifestazione più grande di sempre"
Piazza Castello a Torino è tornata a riempirsi, questa volta per dire no alla Tav, l’infrastruttura ferroviaria di 235 chilometri che dovrebbe collegare Torino a Lione.
Il movimento della Valle di Susa che, da 30 anni, lotta per scongiurarne la costruzione, ha sfilato in corteo per il centro della città piemontese, partendo da Piazza Statuto e raggiungendo piazza Castello.
A fianco del movimento esponenti di Sinistra italiana, Rifondazione comunista, consiglieri regionali e comunali del Movimento 5 Stelle, rappresentanti della Fiom e della Cgil.
Dopo i Sì Tav, tornano in piazza le ragioni del no
È passato un solo mese dalla manifestazione Pro-Tav, ma ieri a Torino sono tornate a farsi sentire le voci di chi contesta l’opera.
Tanti i sindaci provenienti dalla Val di Susa, con la fascia tricolore, ma anche cittadini che hanno sottolineato l’inutilità di un’infrastruttura costosa, inquinante e non più al passo con i tempi. Della Lione-Torino si parla infatti dal 1990.
“Gli oltre 70mila No Tav a Torino sono il segnale indiscutibile del fatto che siano in tanti a pensare che il progetto sia figlio di esigenze e visioni superate. Se è vero che la politica deve essere espressione di un popolo, non si può non prendere in seria considerazione questa manifestazione”,
ha affermato a margine dell’iniziativa il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli, che ha aggiunto:
“a chi strumentalizzò la manifestazione "Si Tav" etichettandola come protesta contro la sindaca Appendino arriva la risposta: le strade di Torino piene di persone e idee per il futuro. Avevano preso una bella cantonata”.
Intanto, questa mattina, a Omnibus, programma di approfondimento in onda su La7, Patrizia Ghiazza di Torino va avanti, una delle sette madamin Pro Tav, ha commentato il corteo di ieri:
“noto un cambio di toni tra i due schieramenti, quando molte persone scendono in piazza in modo civile e rispettoso è sicuramente una vittoria della democrazia. Ora sull’alta velocità la politica prenda una decisione con imparzialità e con tempi rapidi e certi”.
Poi ha precisato: “le madamin non stanno pensando di candidarsi”.
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