Negoziati Russia-Ucraina: cosa prevede il piano di pace

Alessandro Cipolla

30 Marzo 2022 - 09:28

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Proseguono in Turchia, alla presenza del presidente Erdogan, i negoziati tra Ucraina e Russia: ecco cosa prevede la bozza del piano di pace al vaglio delle due delegazioni.

Negoziati Russia-Ucraina: cosa prevede il piano di pace

Piccoli passi in avanti nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina, che proseguono a Istanbul chez Erdogan con il presidente turco che presenzierà anche l’ultimo gioro di trattative tra le due delegazioni diplomatiche.

Una cosa però appare certa: uno stop alla guerra tra Ucraina e Russia non arriverà dopo questi tre giorni di colloqui in Turchia, ma le basi per un credibile piano di pace sembrerebbero pronte a essere gettate.

Se in questi colloqui ci dovesse essere un avvicinamento tra le parti, a quel punto le trattative potrebbero subire un’accelerata con l’incontro tra i due ministri degli Esteri, preludio a quel faccia a faccia tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky che sarebbe l’ultima tappa nella tortuosa strada verso un accordo di pace.

Il sentore però è che Mosca prima di sedersi a trattare con più convinzione voglia mettere a segno alcune importanti conquiste militari, Mariupol e il resto del Donbass su tutte, così da potersi porre in una posizione di maggior forza.

Dall’altra parte l’Ucraina negli ultimi giorni ha aperto a diverse richieste avanzate dal Cremlino, status di neutralità in primis, ma forte anche delle armi in arrivo dall’Occidente non sembrerebbe essere disposta a fare concessioni territoriali.

In questo scenario a Istanbul si cercherà comunque di stilare la prima bozza di un possibile piano di pace, visto che la delegazione ucraina avrebbe presentato anche delle proposte scritte.

Guerra tra Russia e Ucraina: il piano di pace

Quelli che sarebbero i dettagli del piano di pace allo studio delle due delegazioni sono stati diffusi nelle scorse ore dal Financial Times. Si tratterebbe di una bozza dell’accordo con le rinunce sia da parte della Russia sia dell’Ucraina.

Il punto dove ci sarebbe una maggiore convergenza è quello che riguarda la posizione internazionale dell’Ucraina: Kiev pur di cessare la guerra rinuncerebbe in via definitiva a entrare nella Nato ma, al tempo stesso, ci sarebbe il via libera a un ingresso nell’Unione europea.

In quest’ottica Zelensky starebbe spingendo molto sul progetto U24, ovvero una serie di Paesi che in caso di una nuova aggressione siano in grado di soccorrere militarmente Kiev entro tre giorni: a farne parte oltre ai membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu anche Germania, Polonia, Turchia, Canada e Italia.

Dal canto suo la Russia sembrerebbe essere disposta a rinunciare a rendere l’Ucraina “denazificata” e smilitarizzata, abiurando anche alla richiesta di una protezione legale per la lingua russa.

Le spine di questo possibile accordo di pace però sembrerebbero le eventuali concessioni territoriali. Kiev potrebbe cedere sulla Crimea e sulle due Repubbliche indipendentiste di Donetsk e Luhansk, a patto che prima vi sia un referendum popolare.

Difficile invece una intesa sul futuro dell’intera regione del Donbass, visto che Zelensky non vorrebbe mai rinunciare a tutte le altre città conquistate dai russi da quando è iniziata la guerra.

In sostanza le forze russe si dovrebbero ritirare dai territori ucraini occupati, per “accontentarsi” della Crimea, delle due Repubbliche indipendentiste e difficilmente del Donbass. Se in questi giorni le truppe di Mosca dovessero prendere il possesso anche di Mariupol, non è detto che Putin alla fine possa rivendicare anche ulteriori territori situati lungo le coste del Mar d’Azov, complicando non poco le trattative.

Il ruolo di Erdogan nelle trattative

Da quando è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina, nello scenario internazionale oltre a Israele è stata senza dubbio la Turchia a essere la maggiore promotrice di una serie di incontri per cercare di giungere a un cessate il fuoco.

Un attivismo questo da parte di Erdogan che per molti non sarebbe disinteressato. Oltre agli interessi economici in ballo, il presidente turco cheera stato definito da Mario Draghi “un dittatore di cui però si ha bisogno”, starebbe cercando ora di “ripulire” la sua immagine a livello internazionale.

C’è da dire che la Turchia al momento non ha aderito alle sanzioni nei confronti della Russia, si mormora soprattutto per non indispettire Mosca visti gli stretti rapporti economici e turistici tra i due Paesi, senza dimenticare i riflessi geopolitici.

Il grande obiettivo di Erdogan sarebbe così quello di lavorare affinché possa essere proprio la Turchia il luogo dell’accordo di pace: un incontro tra Putin e Zelensky ad Ankara con tanto di fumata bianca, sarebbe un indiscutibile successo.

Dopo che la sua figura è stata a lungo associata alla guerra contro i Curdi prima e in Libia poi, diventare il deus ex machina di un eventuale accordo di pace tra Russia e Ucraina potrebbe essere una grande conquista per Erdogan, anche in prospettiva delle elezioni in Turchia che si terranno nel 2023.

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