NASpI sospesa dal 1° febbraio: chi è a rischio e cosa bisogna necessariamente fare

Simone Micocci

26 Gennaio 2022 - 10:04

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Chi prende la NASpI, e nel frattempo lavora, deve fare attenzione alla scadenza del 31 gennaio 2022. Attenzione: ecco chi rischia la sospensione della prestazione.

NASpI sospesa dal 1° febbraio: chi è a rischio e cosa bisogna necessariamente fare

Chi prende la NASpI deve stare attento alla scadenza del 31 gennaio: così come per i percettori di Reddito di cittadinanza, infatti, ci sono degli adempimenti a cui assolvere se non si vuole rischiare la sospensione della NASpI.

Attenzione a non fare dei facili allarmismi: questa scadenza riguarda solamente alcuni percettori di NASpI, ossia coloro che percepiscono dell’indennità di disoccupazione ridotta in quanto viene cumulata con il reddito da lavoro, sia autonomo che subordinato.

Per gli altri percettori non ci sono regole da seguire e l’indennità continua a essere erogata regolarmente. Bisogna ricordare, però, che dal 1° gennaio 2022, per effetto di quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, ritorna il meccanismo della riduzione della NASpI, decurtata del 3% ogni mese. Questo taglio scatta già dal quarto mese di percezione per gli eventi di disoccupazione verificatisi negli anni scorsi, mentre per quelli successivi al 1° gennaio si attende fino al 6° mese di fruizione (8° mese nel caso dei disoccupati Over 50).

NASpI sospesa dal 1° febbraio: chi deve fare attenzione alla scadenza

Come anticipato, chi prende la NASpI per intero e non svolge alcuna attività lavorativa non deve preoccuparsi della scadenza del 31 gennaio visto che non ci sono obblighi a cui ottemperare.

La suddetta scadenza, infatti, vale solamente per coloro che hanno iniziato a lavorare nel 2021 ma con un reddito tale da non far perdere lo stato di disoccupazione. In tal caso, infatti, l’indennità di disoccupazione si può percepire anche mentre si lavora, seppur con importo ridotto.

Comunicando entro 30 giorni dall’avvio dell’attività lavorativa il reddito presunto che si andrà a percepire nel corso dell’anno solare, infatti, si autorizza l’INPS ad effettuare un ricalcolo della NASpI, la quale si riduce dell’80% in funzione del reddito previsto.

Una possibilità riservata a coloro che:

  • intraprendono un rapporto di lavoro subordinato di durata inferiore ai 6 mesi e con reddito inferiore agli 8.140,00€ nell’anno solare di riferimento;
  • avviano un’attività di lavoro autonomo con reddito inferiore ai 4.800,00€ nell’anno solare di riferimento.

Ebbene, questi hanno la possibilità di comunicare la variazione dell’attività lavorativa e i reddito presunto entro 30 giorni dall’avvio, utilizzando il modello SR161 NASpI-Com-Esteso.

Diversamente, nel caso dell’avvio di attività da lavoro autonomo l’indennità NASpI decade in assenza di comunicazione all’INPS. In caso di avvio di attività subordinata con durata inferiore ai 6 mesi, invece, la mancata comunicazione dà solamente luogo alla sospensione della prestazione.

Cosa bisogna fare entro il 31 gennaio 2022 per non perdere la NASpI

Ebbene, coloro che hanno iniziato a lavorare nel 2021 e hanno regolarmente inviato apposita comunicazione all’INPS devono guardare con attenzione alla data del 31 gennaio 2022.

Per continuare a fruire della prestazione ridotta dell’80%, infatti, bisogna indicare il reddito presunto che si andrà a percepire anche nel corso dell’anno 2022. Una regola che dunque vale nei casi di “svolgimento delle attività lavorative autonome, parasubordinate, subordinate, occasionali in concomitanza di percezione dell’indennità NASpI, qualora quest’ultima coinvolga più anni solari”, come si legge nella circolare INPS numero 94 del 12 maggio 2015.

Per farlo bisogna utilizzare lo stesso modulo utilizzato per dare la prima comunicazione, quindi il cosiddetto SR161 NASpI-Com-Esteso.

Cosa rischia chi non dà comunicazione entro la scadenza del 31 gennaio 2022

La mancata comunicazione del reddito per gli anni di prestazione successivi al primo non comporta la decadenza della prestazione, bensì la sua sospensione. Poco cambia nella sostanza: la NASpI non verrà pagata fino a quando non si adempie a tale obbligo.

La comunicazione va data in ogni caso, anche se il reddito presunto è pari a zero. Attenzione però: qualora dalla comunicazione effettuata dovesse risultare un superamento delle soglie previste per il mantenimento dello stato di disoccupazione, allora la NASpI sarà comunque posta in decadenza.

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