I mercati azionari hanno sfidato il tradizionale adagio "Sell in May and go away", e gli operatori sostengono che gli investitori non hanno ora motivo di preoccuparsi. Troppo ottimismo?
Il principale indice azionario del Giappone, il Nikkei, è sceso ai minimi in quasi sei settimane nella sessione di Lunedì, sollevando lo spettro di un secondo mese di volatilità per i mercati azionari più importanti del mondo. Eppure gli strateghi sostengono che le prospettive sono ottimistiche, alimentate da una nuova valutazione delle aspettative circa la politica monetaria della Federal Reserve. Dunque, sui mercati di Stati Uniti, Europa e Asia dovrebbe tornare il sereno.
La Fed sta acquistando 85 miliardi di dollari di buoni del Tesoro e obbligazioni garantite da ipoteca ogni mese e la sua attività di acquisto ha contribuito a mantenere bassi i tassi di interesse, aiutando la ripresa dell’economia americana. Una delle ragioni principali per cui si è assistito ad un pesante sell-off azionario lo scorso mese, è da rintracciare nelle indicazioni fornite dalla FED, così come nei verbali dell’ultima riunione della Banca centrale Americana. Quanto è emerso, è espressione di una profonda incertezza in seno al Board circa le prossime mosse da adottare in materia di politica monetaria. Se da una parte, infatti, il presidente Bernanke aveva avvertito che è ancora troppo presto per invertire la rotta e porre fine all’approccio ultra-espansivo, dall’altra lo stesso Bernanke suggeriva la possibilità che la FED potrebbe iniziare a ridurre il proprio programma di acquisto di bond già a partire dalle prossime riunioni. Risultato: la Borsa Usa ha archiviato il mese di maggio con pesanti perdite e il Giappone ha registrato due giornate di massicci sell-off azionari, le più significative finora.
Secondo ING Financial Markets Research, i mercati azionari nei paesi sviluppati sono cresciuti tutti i mesi dall’inizio dell’anno, tranne a maggio, quando hanno perso lo 0,3 per cento. E giugno è cominciato con la diffusione dei dati provenienti dalla Cina, dai quali è emersa una contrazione - la prima in sette mesi - dell’attività industriale riferita al mese di maggio.
Il Nikkei, forse il mercato più volatile il mese scorso, potrebbe conoscere un’ulteriore fase di debolezza nel breve termine, ma è improbabile che possa essere investito da una nuova, massiccia ondata di vendite, simile a quella che ha caratterizzato il mese di maggio. La performance del mercato azionario del Giappone rimane la migliore a livello globale, forte di uno yen debole e di prospettive economiche più brillanti, mentre Tokyo si appresta a delineare il suo piano di crescita a lungo termine (che potrebbe fornire una nuova direzione per il mercato).
I Tori, nel frattempo, esultano: quest’anno i mercati azionari hanno sfidato il tradizionale adagio "Sell in May and go away", e gli operatori sostengono che gli investitori non hanno motivo di preoccuparsi. Mentre Giugno è storicamente uno dei mesi più deboli, non necessariamente sarà un "June Swoon", un mese di collasso che anticipa l’andamento dei mercati nel periodo estivo. Un’altra eccezione alla regola? Il gioco complessivo del mercato sembra essere estremamente rialzista dal momento che i primi cinque mesi sono stati positivi... anche se non stupirebbe assistere ad una (fisiologica) battuta d’arresto. "Un livello accettabile per un pullback dopo un rally di questo tipo potrebbe essere un -2 o anche un -4%, in fondo sarebbe ampiamente fisiologico visto il mese" ha commentato Ryan Detrick, di Schaeffer Investment Research.
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