Mercati emergenti: con il dollaro in calo ai big player torna l’appetito

Ufficio Studi Money.it

25/02/2019

04/03/2019 - 15:52

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Una Fed più colomba e un dollaro debole sono i fattori in grado di dare un nuovo spunto ai mercati emergenti. Ma le tensioni commerciali tra Usa e Cina, non ancora assopite, rappresentano un’insidia non da poco

Mercati emergenti: con il dollaro in calo ai big player torna l’appetito

Dall’ultimo sondaggio di Bank of America Merril Lynch è emerso che fra 218 gestori globali interpellati la posizione lunga che raggiunge i maggiori consensi è quella sui mercati emergenti.

Tra i grandi investitori interpellati, tutti con attivi in gestione superiori a 625 miliardi di dollari, è sempre più diffusa la convinzione che il 2019 potrebbe essere l’anno del recupero dei mercati periferici rispetto alle performance negative registrate l’anno scorso. Nel 2018 l’indice MSCI Emerging Markets è arrivato a perdere circa il 18%.

MSCI Emerging Market Index da inizio gennaio 2018. Fonte: Bloomberg

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Fattore dollaro è assist a mercati emergenti

Il rinnovato atteggiamento della Fed, con un Powell dai toni più dovish, ha ridato vigore ai listini azionari. In particolar modo, la fine del Quantitative Tightening e la crescita del deficit Usa dovuta alle politiche fiscali espansive di Trump, dovrebbero pesare sul dollaro supportando quindi i mercati emergenti.

Un dollaro sottotono sarebbe comunque positivo anche per i listini europei, ma meno che per gli emergenti. L’unica fonte di instabilità potrebbe essere rappresentata da un eventuale deterioramento delle le tensioni tra Usa e Cina.

Le insidie della guerra commerciale

Le dispute tra Washington e Pechino danneggiano il commercio di una parte di fondamentale importanza per i mercati emergenti, in quanto il volume degli scambi è un driver per la crescita del Pil reale delle economie periferiche.

Sempre secondo il BofA il pessimismo registrato nel 2018 rispetto ai mercati emergenti è stato eccessivo. Le attività di queste economie sono al momento poco costose e potrebbero quindi recuperare quest’anno, dopo l’importante sell-off che ha caratterizzato tutto il 2018.

A questo punto sarà particolarmente importante monitorare le evoluzioni delle trattative tra Washington e Pechino che sarà sicuramente il driver principale che potrà influenzare maggiormente il futuro andamento dei mercati emergenti. Inoltre, se la crescita cinese dovesse riprendere vigore, gli emergenti potrebbero fare particolarmente bene.

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