Finanza e investimenti: parlare di soldi non è più un tabù

Ufficio Studi Money.it

30 Giugno 2022 - 13:27

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Le figure più esperte sono fondamentali, ma senza rinunciare all’investimento in autonomia, i canali tradizionali sono importanti, ma i più giovani puntano anche su YouTube e blog, e parlare di finanza, anche in famiglia, non è più un tabù. Sono diversi gli spunti che arrivano dal sondaggio condotto da eToro, la piattaforma di investimento multi asset.

Finanza e investimenti: parlare di soldi non è più un tabù

Parlare di soldi non è più un tabù e la loro gestione non è più un compito da delegare. Tre italiani su quattro si sentono a proprio agio nel discutere apertamente di finanza personale.

E’ quanto è emerso dall’ultimo sondaggio condotto da eToro, il network leader mondiale di social trading

La ricerca, condotta su un campione di 1000 persone in tutta Italia, è stata realizzata per testare il grado di confidenza e fiducia con finanza e investimenti.

Investimenti e finanza: i risultati dell’indagine

L’86% degli intervistati ha detto di essere parte attiva nell’autogestione dei propri investimenti ed il 75% si sente a proprio agio nel discutere apertamente di finanza.

A fronte di un 40% degli intervistati che ritiene infatti la finanza ancora materia da esperti, vediamo anche come oltre il 50% del campione non prenda una posizione netta a riguardo.

Allo stesso modo, se da un lato oltre l’80% degli intervistati ritiene che affidarsi ad un esperto per la gestione dei propri risparmi sia estremamente importante, dall’altro il 40% desidera procedere con una gestione personale, indipendente e informata dei propri soldi, superando il proprio gap di competenze.

Ciò è dimostrato dal dato sulla proattività nell’ampliare la propria conoscenza finanziaria: l’80% degli intervistati prova a migliorare la conoscenza del settore e degli strumenti, di cui un buon 30% in maniera attiva. Un italiano su cinque sta anche esplorando i portafogli autogestiti, trovando l’equilibrio ottimale tra indipendenza nella gestione e consiglio esperto.

“La diffusione di piattaforme di facile accesso, la possibilità di poter partecipare ai mercati con piccole somme e a costi contenuti, così come la presa di coscienza da parte della collettività della necessità di doversi ‘educare’ finanziariamente e di poterlo fare in modo indipendente hanno costituito un punto di svolta nel processo che ha avvicinato la finanza a un pubblico diffuso” ha rilevato Emanuela Manor, Regional Manager Italia di eToro.

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Per quanto riguarda i canali, giovani e meno giovani insieme pongono al primo posto tra le fonti i siti delle principali testate finanziarie, ma gli intervistati compresi nella fascia tra i 18 e i 35 anni mostrano una maggiore predisposizione nel consultare più canali di informazione, in particolare social media, YouTube e blog.

Il linguaggio dei siti specializzati viene ritenuto comprensibile ma poco adatto ai neofiti (53%), invece le nuove generazioni ritengono la comunicazione dei nuovi canali social più accessibile anche ai meno esperti (40% tra i 18 e i 35 anni).

Per 9 persone su 10 del panel complessivo inoltre, l’aumento di informazione finanziaria sui media digitali ha favorito l’avvicinamento al mondo degli investimenti per la gestione del risparmio. Interessante tuttavia, come non vi sia cieca fiducia nei canali social ma permanga la consapevolezza di comparare le informazioni (48% degli intervistati).

Educazione finanziaria in primo piano

Le generazioni che sono state travolte dagli scandali finanziari del 2008 si dichiarano responsabili in prima persona della propria educazione finanziaria (uno su due dai 34 ai 65 anni), facendone un normale argomento di discussione all’interno delle mura domestiche.

Per le nuove generazioni risulta infatti normale confrontarsi con la propria famiglia in materia di investimenti, che diventa insieme con la scuola il primo luogo deputato all’educazione finanziaria (45%). Interessante come la gestione autonoma per le nuove generazioni (18-35 anni) sia maggiormente legata alla possibilità di poter avere accesso ai mercati con piccole somme (40%) e a basso costo (34%), piuttosto che da una generale sfiducia verso le istituzioni bancarie (28%).

Tale sfiducia, al contrario, è più presente tra le generazioni più mature (55- 65 anni).

“Tale processo di responsabilizzazione -conclude Manor- risulta irreversibile tra i più giovani, che chiedono educazione finanziaria e la ricercano attraverso una moltitudine di canali, avvalendosi di una ormai consolidata abilità nel muoversi all’interno dei siti di informazione social. Conoscere significa infatti agire sui mercati in modo consapevole e indipendente per la gestione dei propri risparmi interpretando in modo critico anche le indicazioni dei più alfabetizzati, senza alcuna soggezione ”.

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