Mascherine all’aperto, non è finita: Brusaferro (ISS) non esclude un passo indietro

Simone Micocci

27/06/2021

24/08/2021 - 09:56

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Brusaferro (ISS) non esclude un ritorno delle mascherine obbligatorie all’aperto: se sarà necessario, causa variante Delta, verrà fatto un passo indietro.

Mascherine all’aperto, non è finita: Brusaferro (ISS) non esclude un passo indietro

A partire dal 28 giugno non sarà più obbligatorio mettere la mascherina nei luoghi all’aperto, eccetto che in alcune situazioni. La speranza di tutti è che questa decisione possa essere irreversibile, ossia che non ci sarà un momento in cui dovremo di nuovo rimettere la mascherina in ogni situazione; anzi, semmai aspettiamo tutti il momento in cui potremmo toglierla anche nei luoghi al chiuso, poiché vorrà dire che la pandemia sarà solamente un ricordo.

Tuttavia, non sembra essere arrivato questo momento, anzi c’è persino il rischio che anche all’aperto le mascherine torneranno obbligatorie. Una possibilità che non ha escluso Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità e segretario del CTS.

Questo ha parlato a Repubblica del rischio rappresentato dalla variante Delta del Covid che in questo momento sta preoccupando il mondo. Un picco di 18 mila contagi ieri è stato registrato nel Regno Unito, dove la variante Delta è molto diffusa, e in diversi Paesi sono state adottate nuove restrizioni proprio quando si credeva che la campagna vaccinale avesse ormai messo un freno ai contagi.

Mascherine all’aperto, rischio passo indietro del Governo

Lo scorso anno dopo un’estate piuttosto tranquilla sul fronte contagi fummo costretti, dal 18 agosto, a rimettere la mascherina - dopo le 18:00 - anche nei luoghi all’aperto ma con rischio assembramento.

Il timore è che anche questa volta andrà così, con il Governo che si troverà a prendere decisioni difficili, e sicuramente impopolari, in prossimità dell’autunno quando la variante Delta potrebbe essere predominante anche da noi.

Di questo rischio ne ha parlato a Repubblica Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità e segretario del CTS. Questo lo scorso venerdì ha partecipato al 58° monitoraggio sull’andamento della pandemia da parte della cabina di regia, occasione per discutere del presente e del futuro.

Perché purtroppo “non sembra essere ancora il momento per stare tranquilli”, come ritiene la maggior parte degli esperti in materia.

Tuttavia, guardando al presente sembra non esserci motivo per il mantenimento delle mascherine all’aperto. I dati ci dicono che la situazione sanitaria al momento è sotto controllo ed è per questo che da domani l’obbligo della mascherina all’aperto verrà eliminato.

Nel dettaglio, ha spiegato Brusaferro:

I sistemi di monitoraggio guardano incidenza, trasmissibilità e cioè l’Rt e circolazione delle varianti. I primi due soprattutto sono indicatori di come si muove l’epidemia. Il report di venerdì scorso ci ha detto che per ora la situazione permette di toglierle. Abbiamo solo 11 casi per 100mila abitanti in 7 giorni a livello nazionale.

Ma attenzione, non è detto che un nuovo peggioramento non possa portare a un passo indietro. Serve puntare sul “monitoraggio”, così da capire come “evolve la situazione e semmai intervenire, anche reintroducendo le misure”.

E per quanto riguarda l’obbligo della mascherina in classe il prossimo settembre, questo ha spiegato che è ancora presto per prendere decisioni. L’importante sarà riprendere la scuola in presenza, mantenendo il più possibile il distanziamento, poi della mascherina si deciderà a seconda della circolazione del virus (e delle sue varianti).

Perché la variante Delta spaventa

Sarà in base alla crescita della variante Delta, quindi, che verrà deciso se l’addio alle mascherine all’aperto sarà definitivo o solamente provvisorio. Ma qual è il motivo per cui questa fa così tanta paura al mondo? Intanto il fatto che sono ancora troppo poche le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, con i dati inglesi che ci dicono che una sola dose protegge molto meno dalla variante Delta.

Una maggiore protezione, semmai, si raggiunge a una settimana dalla somministrazione della seconda dose.

Solo vaccinando il più possibile - 17.572.404 le persone che oggi hanno completato il ciclo, 31.902.108 quelle che hanno avuto solamente la prima dose - potremmo evitare un autunno come quello passato. “Dobbiamo arrivare ad alte coperture rapidamente proprio per controllare la circolazione anche nella stagione autunnale”, spiega Brusaferro.

C’è poi il fatto che la variante Delta è maggiormente trasmissibile, facilitando la diffusione laddove ci sono fasce di popolazione non immunizzate. I modelli europei ci dicono che questa diventerà dominante in estate, mettendo quindi a rischio il prossimo autunno.

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