Si è conclusa la conferenza stampa di Mario Monti, durata più di due ore. Un’analisi dei 13 mesi di Governo tecnico per dare all’opinione pubblica un quadro completo del suo operato e dell’agenda politica dello stesso Monti sotto lo slogan: cambiare l’Italia e riformare l’Europa. I suoi obiettivi: equità, crescita e occupazione. Si candiderà? Questo è stato il dilemma da sciogliere. Monti non nasconde di guardare a un futuro politico e cita Alcide De Gasperi: l’uomo politico guarda alle prossime elezioni, l’uomo di Stato alle prossime generazioni.
L’agenda di Monti
Monti ha chiesto di non distruggere i sacrifici di quest’anno e continuare sulla strada della crescita e delle riforme, grazie a una politica forte e degna che non si nasconde e si allontana da quelle ideologie “nobili in passato, ma perniciose oggi” o da quel voto di scambio teso a compiacere gruppi di interesse per avere risultati elettorali. Quali sono i punti principali della sua agenda per l’Italia?
Occupazione e crescita
Secondo Monti il prossimo Governo dovrà guardare soprattutto all’occupazione, per cui non contano solo condizioni macro. E’ necessario che ci sia un gioco sinergico tra imprese, pubblici poteri e sindacati, ciascuno nel suo ruolo, affinché possano operare in armonia e accumunati dalla sola volontà di riforme per cogliere nuove opportunità. Bisogna spostare sul luogo di lavoro il baricentro della contrattazione collettiva e liberarsi dalla catena che inchioda al passato e al rifiuto al cambiamento. Come intervenire?
- procedere con una drastica semplificazione normativa e amministrativa in materia di lavoro;
- superare il dualismo tra lavoratori dipendenti sostanzialmente protetti e non;
- ridurre il passaggio da un’occupazione all’altra di un anno al massimo;
- coniugare il massimo della flessibilità con le strutture produttive e la professionalità.
A sostegno della crescita e dell’equità, Monti esprime il bisogno di rivalutare la donna nella società italiana, soprattutto dal punto di vista demografico per evitare il deficit delle nascite, che comporta problematiche psicologiche, ma anche economiche e sociali in un Paese che non guarda al futuro.
Economia
Monti ha dichiarato superata l’emergenza finanziaria, senza ricorrere ad aiuti europei, anche se ci sarà bisogna ancora di una stretta vigilanza. Egli ha inoltre definito la possibile abolizione dell’IMU e di altre tasse, paventata da Berlusconi, un “appello attrattivo sul popolo” perché sarebbe “una scorciatoia scivolosa” e comporterebbe il rischio di introdurre un’IMU doppia l’anno successivo.
Giustizia
In materia di giustizia Monti ha espresso la necessità di leggi ad nationem piuttosto di quelle ad personam, perché le riforme della giustizia hanno effetti sull’economia. Egli si è soffermato principalmente su:
- leggi anticorruzione;
- falso in bilancio;
- trattamento in materia di prescrizione;
- disciplina intercettazioni;
- disciplina sulla prevenzione del conflitto di interessi
- riforma forense privilegiata a quella delle carceri;
- lotta alle rendite;
- equità sistema fiscale.
Rinnovamento istituzionale
Il rinnovamento istituzionale e “un’architettura più moderna di governance” sono esigenze impellenti per l’Italia, dove il costo più grande della politica è quello delle “decisioni non prese” o “prese pensando a interessi di breve periodo”. Citando un articolo dell’Economist del 13 ottobre, Monti ha spiegato la sua visione di progressismo: una nuova vera forma di politiche radicali per affrontare le diseguaglianze senza danneggiare la crescita economica. La ricetta da seguire prevede di:
- liberalizzare la concorrenza;
- rendere efficiente il sistema fiscale per garantire la redistribuzione dei redditi senza intaccare gli incentivi a produrre.
Occorre uscire dalla classica dimensione orizzontale della politica, orientata sul valore morale dell’asse destra-sinistra, e ascoltare “cespugli di volontà riformista” che possano lavorare in modo congiunto per le esigenze del Paese. Il nuovo asse di riferimento deve seguire la volontà di cambiamento e l’Europa.
Si candiderà?
Tra gli aspetti più seguiti della conferenza, la posizione di Monti sulla candidatura alle elezioni 2013. Monti si è detto lontano dall’idea di “una discesa in campo” e più vicino a “una salita in politica”, perché l’Italia ha bisogno di un livello politico più elevato. “Non mi schiero con nessuno” ha dichiarato l’ormai ex Premier, che ha specificato che, qualora le circostanze lo volessero e le forze politiche fossero interessate alla sua agenda, sarebbe pronto a fare da guida a queste forze, che si schiererebbero sulle idee di un’agenda erga omnes ed extra partes e non sull’opposizione tra leader, che rischia di coprire un’assenza di idee.
Definendosi contrario ai partiti personali, ha semplificato le linee guida della sua agenda:
- credibilità di intenti;
- contenuti;
- metodo di governo.
A chi ha chiesto di un suo possibile interesse alla carica di Presidente della Repubblica, Monti con franchezza ha risposto di non precorrere tempi “che probabilmente non si verificheranno mai”.
Le prime reazioni
Il primo endorsement viene da “Italia futura”, che attraverso il portavoce ha espresso la piena condivisione per la forma e i contenuti illustrati da Monti, “un leader politico e uno statista internazionale”. Su questa scia anche Frattini, “sosterrò i punti dell’agenda per l’Italia”, e il PD di Bersani, che preme sul cambiamento e la crescita.
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