Dopo aver declassato il rating della Grecia a “selective default”, Standard & Poor’s prende di mira un altro Paese fortemente toccato dalla crisi economica: l’Italia, che potrebbe subire un taglio del rating (attualmente classificato come BBB + outlook negativo) a causa della recessione. Se questa dovesse proseguire anche nel secondo semestre del 2013, potrebbe verificarsi un peggioramento del debito pubblico. Il timore principale riguarda le scelte di politica economica e l’eventuale proseguimento di riforme strutturali da parte della nuova classe politica, che si insedierà nei primi mesi del 2013.
Il parere di Standard & Poor’s
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha dichiarato che si prospetta un’ulteriore contrazione dell’economia italiana “prima di tornare a un debole tasso di crescita del Pil non superiore all’1%”. Quali sono le principali ombre sull’economia italiana?
- la ristrettezza del credito a causa degli esigui prestiti delle banche;
- il consolidamento di un bilancio in bilico;
- l’incognita sulla domanda estera, ad oggi piuttosto labile;
- le scelte del prossimo Governo.
La risposta di Grilli: no alla speculazione
Il rischio del declassamento da parte di Standard & Poor’s arriva in una delicata fase di transizione per l’Italia, economicamente e, forse, ancor più politicamente, debole. Troppe incognite influenzano negativamente i mercati. Tuttavia, il rischio della speculazione è alto, come spiega il ministro Vittorio Grilli: “Le agenzie di rating faranno il loro lavoro, ma non sono convinto che in questo momento sia utile per nessuno speculare su cosa fanno o cosa faranno le agenzie di rating. Dobbiamo continuare a lavorare”. L’Italia al momento è un cantiere con i lavori in corso.
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