Nuovo duro colpo per la Grecia. Dopo il tentativo del buyback per allontanare il default, sembravano esserci prospettive fiduciose.
L’agenzia di rating Standard & Poor’s (SP) boccia invece Atene, bollandola con un “selective default” (SD), abbassando il precedente giudizio “CCC”, e considerandola ad un gradino dalla bancarotta (D).
Lo scetticismo è evidente: la Grecia sta cavalcando l’onda del fallimento. Tuttavia, SP potrebbe cambiare nuovamente la valutazione, una volta che l’operazione sarà completata.
Le motivazioni di Standard & Poor’s
Secondo SP l’operazione buy-back di bond in possesso dei creditori privati, diretta a riacquistare circa 40 miliardi di euro di titoli, è sostanzialmente una ristrutturazione del debito, “poiché l’investitore riceverà meno valore rispetto alla promessa dei titoli originari”, e quindi un default parziale.
In particolare SP crede che:
- il buy-back di bond ha un valore al di sotto di quello nominale e non riuscirà a sanare il deficit;
- la Grecia non sarà in grado di risolvere i debiti con i creditori internazionali.
La differenza tra default e default parziale o selettivo dipende dal venir meno delle “garanzie su alcune obbligazioni, ma non ancora su tutte”. L’insolvenza del rimborso per le obbligazioni giunte in scadenza riguarda solo determinati titoli.
Come si sta organizzando la Grecia?
Mentre la SP la declassa a un default parziale, la Grecia continua la strada per risalire la china.
- tra il 7 e il 17 dicembre coloro che possiedono le 20 tipologie di bond, previsti dal buyback, potranno ricevere tra il 32,2% e il 40,1% del valore nominale.
- il 13 dicembre a Bruxelles sarà ratificato il nuovo piano di aiuti alla Grecia (43,7 miliardi di euro), che si è impegnata a ridurre il debito del 124% (che potrebbe arrivar al 175% il prossimo anno) entro il 2020.
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