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Elezioni politiche 2013: l’arma di Berlusconi? Abolire l’IMU

giovedì 20 dicembre 2012, di Valentina Pennacchio

La discesa in campo di Berlusconi ha suscitato diverse perplessità, soprattutto dopo l’esperienza fallimentare del suo IV Governo. Le elezioni politiche 2013 nascondono un esito a sorpresa. Dopo il Governo tecnico Monti cosa sceglieranno gli italiani? Berlusconi è davvero destinato alla sconfitta? Quale potrebbe essere il suo asso nella manica? Lo stesso che ha usato nella scorsa campagna elettorale, abolendo l’ICI.

Oggi Berlusconi promette una cosa certa: l’abolizione dell’IMU, la tassa che ha fortemente gravato sulle finanze e le tredicesime degli italiani. Questa mossa potrebbe essere davvero la sua arma vincente.

Berlusconi contro l’IMU

Berlusconi promette di abolire l’IMU sulla prima casa perché “la casa è sacra e non si tocca” ha dichiarato. Secondo alcuni si tratta solo di demagogia. La stangata dell’IMU è colpa “di chi 4 anni fa ha tolto l’Ici creando un buco nelle casse dello Stato”, ha asserito Pier Ferdinando Casini.

Ma è davvero possibile abolire l’IMU? L’IMU corrisponde a degli obiettivi di bilancio e pareggiamento di conti pubblici. In tal senso, Berlusconi ha dichiarato di aver già pensato a un disegno di legge per trovare altri modi che possano garantire gli stessi introiti dell’IMU nelle casse dello Stato. Tuttavia, non essendo l’IMU un’imposta statale, ma un’imposta tesa a finanziare i Comuni, l’abrogazione potrebbe minare le basi del federalismo fiscale.

Le priorità di Berlusconi

Secondo Berlusconi l’abolizione dell’IMU non è l’unica priorità al momento. Il Cavaliere crede che l’austerità, parola chiave del Governo Monti e delle politiche europee contro la recessione, “porta alla depressione”. Questa strada va interrotta per scongiurare il default e per evitare che “i nostri Paesi siano costretti ad uscire dall’Euro”. Egli ha inoltre definito la Tobin Taxun’assurdità”.

In attesa di un programma politico più definito, Berlusconi rende note le sue priorità. Quali saranno?

  • diminuire la pressione fiscale (almeno di un punto all’anno);
  • allontanarsi da un’idea dello Stato di polizia tributaria, cambiando il rapporto fisco/contribuente;
  • abrogare la tracciabilità dei contanti fino a 1.000 euro;
  • stretta sulle intercettazioni.

Berlusconi contro tutti

Berlusconi scende di nuovo nella piazza mediatica, quella che è più consona alle sue innegabili doti di comunicatore: “mi basta riparlare con elettori che ci diedero il 40% alle scorse elezioni e si sono allontanati per un disincanto generale nei confronti della politica” ha detto sicuro, aggiungendo di portare nelle liste “circa l’80-90% di volti nuovi”.
Il Cavaliere conferma l’alleanza con Lega e La Destra e si scaglia contro tutti:

  • il PD e Bersani, a cui avrebbe preferito Renzi;
  • i “partitini del centro”, occulti sostenitori della sinistra;
  • il Movimento 5 Stelle che “fa solo critiche forti nei confronti della casta della politica”, senza proporre nulla di costruttivo;
  • Mario Monti, a cui non conviene diventare “da deus ex machina un piccolo protagonista della politica”;
  • Antonio Ingroia “ininfluente” perché “fa politica da molto tempo da magistrato, ora farà politica da politico”.

Ultima frecciatina alla sinistra per mezzo della Chiesa, la quale deve aver chiaro “cosa farebbe la sinistra se andasse al governo”, riferendosi, probabilmente, all’ondata di riformismo e progressismo della sinistra europea (esempio matrimoni gay).

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