Manovra 2019, alla Camera arriva l’ok definitivo

Elisabetta Scuncio Carnevale

30/12/2018

Questa mattina la nuova seduta della Camera, nel pomeriggio è arrivato il via libera alla Legge di Bilancio

Manovra 2019, alla Camera arriva l’ok definitivo

Nel pomeriggio di ieri, con 327 sì, 228 no e un astenuto, il governo aveva già incassato la fiducia della Camera sulla Manovra 2019.

La votazione, in terza lettura, aveva interessato la seconda parte del testo ovvero le tabelle alla legge di Bilancio.

Questa mattina a Montecitorio, l’Aula è stata convocata per dar seguito alla discussione del disegno di legge. La seduta è iniziata alle 9.30 ed è andata avanti ad oltranza per esaminare gli oltre 200 ordini del giorno.

Il sì definitivo alla Manovra è arrivato nel pomeriggio di oggi. In serata il testo ha visto anche la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Manovra 2019, verso il sì tra bagarre e proteste

Una corsa contro il tempo per il via libera definitivo alla Manovra 2019 per evitare l’esercizio provvisorio. Intanto, in Aula si è tornato a discutere del ddl.

Dopo le proteste del Pd e il flash mob di Forza Italia, anche quella di oggi è stata una giornata rovente e tutta in salita.

Il provvedimento, approvato con 313 voti favorevoli e 70 voti contrari, termina non senza polemiche il suo iter parlamentare.

Il Pd -anche se presente in Aula- non ha partecipato alla votazione, come annunciato dal deputato Emanuele Fiano nel corso delle dichiarazioni di voto finali sulla Manovra. Stessa protesta è stata attuata da +Europa e LeU. La parola è passata in serata al Quirinale per la promulgazione. Mattarella ha firmato il testo e domani seguirà la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Soddisfazione è stata espressa dal vicepremier Luigi Di Maio che ha annunciato per il 1° gennaio un messaggio augurale sui social.

Per il presidente Conte, gli italiani si accorgeranno presto degli effetti positivi della ’manovra del popolo’. Commenti positivi anche da Bruxelles. Non si è fatto attendere il tweet di Pierre Moscovci.

Intanto, il ministro Giovanni Tria, intervistato da La Repubblica, esclude l’ipotesi dimissioni.

“Non esiste, nel modo più assoluto. Perché dovrei andarmene proprio adesso?”

Per Tria, le dimissioni avrebbero avuto un senso la sera in cui fu annunciato il deficit al 2,4%.

“Lì sì che c’era un motivo. Non l’ho fatto allora, quella sera del 2,4%. Oggi siamo qui ed è possibile capire perché presi quella decisione. Oggi si possono vedere i frutti di quella scelta”.

Il caso: post su blog dei 5 Stelle. Fico difende il lavoro delle opposizioni

Questa mattina, sul blog dei 5 Stelle era apparso un post sulla Manovra economica 2019 e sull’atteggiamento assunto da media e minoranze, accusati di “terrorismo psicologico e mediatico”.

I 5 Stelle parlavano di democrazia sotto attacco e di complicità con lobby, poteri forti e comitati d’affari. Il presidente della Camera, Roberto Fico, prendendo la parola in Aula, sul caso del post, ha difeso la libertà delle opposizioni di manifestare il proprio dissenso. Il post è stato cancellato dopo la dura reazione di Pd, Forza Italia e FdI, chiamati direttamente in causa.

“Avendo ascoltato i vostri interventi, da presidente della Camera vi dico che la democrazia non è sotto attacco, che le opposizioni stanno facendo il loro lavoro, è loro diritto opporsi alla legge di bilancio e non c’è alcuna lobby”.

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