Macron fa proprio uno dei cavalli di battaglia dei 5 Stelle: nella sua Riforma Costituzionale previsto un drastico taglio del numero dei parlamentari.
Adottare la strategia usata in passato da Matteo Renzi per realizzare uno dei punti cardine del programma del Movimento 5 Stelle. Può essere riassunto con questa sorta di paradosso il disegno politico di Emmanuel Macron per la sua Riforma Costituzionale che a metà aprile sarà presentata ufficialmente.
Il cuore di questa sorta di “rivoluzione macroniana” è infatti il drastico taglio dei parlamentari francesi, tema che sta molto a cuore ai pentastellati, ma per far passare la sua Riforma Macron è pronto a ricorrere anche a un Referendum proprio come fece Renzi nel 2016.
La Riforma di Macron
Quello che aveva promesso in campagna elettorale Emmanuel Macron è pronto ora a realizzare. Prima delle trionfali elezioni presidenziali della primavera scorsa, l’attuale inquilino dell’Eliseo aveva più volte ribadito come in caso di elezione avrebbe diminuito il numero dei parlamentari transalpini.
A un anno di distanza dal vittorioso voto, il Presidente francese si appresta a presentare al Consiglio dei Ministri la sua Riforma Costituzionale che andrebbe nel caso a modificare profondamente il sistema statale.
Nel progetto di Macron c’è la riduzione dagli attuali 577 membri dell’Assemblea Nazionale a 400, mentre il Senato passerebbe da 348 senatori a 240. In totale quindi i parlamentari francesi da 925 diventerebbero 640, quasi un terzo in meno.
La Riforma che ha in serbo Macron è però ben più complessa. Il sistema elettorale al momento maggioritario verrebbe modificato aggiungendo una quota pari al 25% di proporzionale per una sorta di Rosatellum alla rovescia.
In generale poi è previsto un rafforzamento del ruolo del governo vista la paventata riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e l’abolizione della Corte di Giustizia della Repubblica. Per dare più stabilità all’esecutivo è stata infine pensata l’introduzione della “sfiducia costruttiva”.
Per poter diventare realtà questa Riforma Costituzionale pensata da Macron potrà percorrere due strade: la prima è quella di ottenere il parere favorevole dei tre quinti del Parlamento, altrimenti c’è sempre la possibilità di indire un Referendum e fare scegliere ai francesi.
Un po’ Di Maio e un po’ Renzi
La diminuzione dei costi della politica è una battaglia che sembrerebbe unire En Marche! al Movimento 5 Stelle. Anche i pentastellati infatti nel loro programma parlano di una diminuzione dei parlamentari, anche se non viene specificato il numero dei deputati e senatori che verrebbero tagliati.
In Italia in totale ci sono 950 parlamentari che, nella scorsa legislatura, sono costati nel complesso quasi 1,5 miliardi ogni anno. In Francia invece il numero è di 925 per una spesa però molto inferiore essendo stimata in 840 milioni.
Se dovesse passare la Riforma Macron la spesa d’Oltralpe andrebbe ulteriormente a calare, aumentando così il gap con Roma che già spende quasi il doppio rispetto i cugini transalpini nonostante che il numero totale dei parlamentari sia simile.
Altra vicinanza con il Movimento 5 Stelle poi sarebbe anche la possibilità dell’introduzione di un limite ai mandati, con questa proposta che però al momento non è ancora sicura di essere inserita nel testo.
Se prima a Macron veniva detto di assomigliare a Di Maio soltanto per avere a fianco una donna più agé, l’ex fidanzata del leader pentastellato era più grande di dieci anni, adesso le affinità sarebbero anche politiche.
Chi invece spesso è stato accostato come figura a quella del Presidente francese è Matteo Renzi. La possibilità del ricorrere a un Referendum per far approvare la propria Riforma Costituzionale da noi è un film già visto, con un epilogo però triste per l’ex premier nostrano.
Al momento Macron in patria sembrerebbe godere ancora di un forte sostegno. Un recente sondaggio ha rivelato come il 49% dei francesi abbiano apprezzato come si sia comportato il loro Presidente nel suo primo anno di mandato.
Il Referendum però è sempre un’arma a doppio taglio, anche se il tema del taglio dei costi della politica potrebbe essere un ottimo spot per far passare anche altre modifiche costituzionali.
In Francia il finale potrebbe essere di conseguenza ben diverso da quello andato in scena nel Bel Paese.
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