Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, vuole formare un governo con Matteo Salvini e Giorgia Meloni nel post elezioni? Alcune dichiarazioni, rumors ed indizi farebbero pensare di sì.
E se il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, nel dopo elezioni, scegliesse di formare un governo con Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia?
Non è uno scenario impossibile e da tempo si vocifera di un Grillo che volge lo sguardo sempre più a destra e - nonostante le ultime vicende legate all’Europa con un Movimento 5 Stelle tra euroscetticismo ed europeismo - la posizione dell’M5S sull’Unione Europea e la moneta unica sono molto vicine a quelle di Matteo Salvini.
In generale l’agenda del Movimento 5 Stelle sembra avvicinarsi sempre di più a quella portata avanti dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia e, alla luce di ciò, non è da escludere che possa cadere anche il precetto “sempre da soli” portato avanti finora dall’M5S.
L’M5S, infatti, non può di certo guardare all’asse Renzi-Berlusconi, che sembra essere sempre più probabile, mentre la prospettiva di andare da soli si tradurrebbe, ancora una volta, in un nulla di fatto.
Beppe Grillo, quindi, vuole formare un governo con Salvini e la Meloni? Non è una prospettiva così assurda e vi spieghiamo il perché.
M5S: l’asse Grillo-Salvini-Meloni non è improbabile
Dopo la vittoria del no al referendum del 4 dicembre, più volte si è vociferato della possibilità che Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, stesse voltando lo sguardo a destra, in particolare nella direzione di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni.
Come sappiamo, in Europa l’M5S è già schierato con i gruppi di estrema destra e in particolare con l’Ukip di Nigel Farage. Cosa impedirebbe a Beppe Grillo di fare lo stesso in Italia?
La risposta alla domanda è “nulla”, soprattutto se si considerano le ultime mosse fatte da Grillo e il fatto che nei prossimi giorni la Corte Costituzionale dovrebbe esprimersi in merito alla costituzionalità dell’Italicum, evento questo che potrebbe rivoluzionare scenari politici e legge elettorale.
I punti da tenere in considerazione sono diversi e molti di essi fanno pensare che un asse M5S - Lega Nord - Fdi non sia totalmente da escludere. Vediamo di fare il punto della situazione, in modo da capire perché un’alleanza di governo tra Grillo, Salvini e Meloni non è poi così improbabile.
M5s: perché Grillo potrebbe allearsi con Salvini e la Meloni?
Da tempo si vocifera che Davide Casaleggio stia lavorando ad un possibile scenario di governo che porterebbe il Movimento 5 Stelle ad allearsi con la Lega Nord.
Inoltre Max Bugani, che gestisce la piattaforma Rousseau insieme a Davide Casaleggio e David Borrelli, ha dichiarato che al Senato si potrebbe lavorare ad un programma e poi si potrebbe vedere se qualche altro partito lo appoggerebbe “Ovviamente il governo sarebbe del M5S, però coinvolgendo altri partiti su punti programmatici chiari e condivisibili” queste le sue parole.
Non sembra, dunque, essere intenzione del Movimento 5 Stelle escludere possibili alleanze e non sono solo i rumors a far credere che ai vertici dell’M5S si stia seriamente vagliando l’ipotesi di un tale scenario di governo.
Va considerato, infatti, che se si votasse con il metodo proporzionale, nessun partito potrebbe raggiungere il 50% dei consensi da solo e tantomeno formare un governo solido, che abbia possibilità di agire politicamente.
Questo comporta che, qualora l’intenzione dell’M5S fosse quella di governare il paese, un’alleanza sarebbe necessaria. Ed è certo che il Movimento 5 Stelle non potrebbe mai guardare a Matteo Renzi e al PD, ma si potrebbe pensare ad un asse Grillo-Salvini-Meloni.
Attualmente, però, il Movimento 5 Stelle non può stipulare alleanze per statuto, solo che negli ultimi tempi le posizioni mantenute finora dal Movimento 5 Stelle sembrano non essere non più, o almeno non sempre, del tutto vincolanti.
Basti pensare a quanto avvenuto con la Raggi e all’emanazione del nuovo codice di comportamento in caso di vicende giudiziarie.
Oltre a questo, va anche tenuto conto di quanto successo in Europa e del fatto che, se l’ALDE non avesse rifiutato di far entrare l’M5S nel proprio gruppo euro-parlamentare, ora avremmo un Movimento 5 Stelle europeista dall’euroscetticismo iniziale.
La coerenza, dunque, non sembra essere tenuta in gran considerazione da Grillo negli ultimi tempi, visto che dopo il rifiuto si è tornati alle posizioni di prima e all’alleanza con l’Ukip senza troppi problemi.
In quel caso, infatti, Grillo aveva specificato sul suo blog che non appartenere a nessun gruppo politico avrebbe significato “occupare una poltrona con le mani legate: significa non poter lavorare”. Cosa impedirebbe, quindi, a Grillo e al Movimento 5 Stelle di fare lo stesso tipo di ragionamento in Italia?
La domanda sorge spontanea, tanto più che le posizioni di Grillo e Salvini su temi quali l’euro e la migrazione sembrano allinearsi sempre di più e lo stesso Luigi Di Maio ha dichiarato di volere l’Italia fuori dall’euro.
Le istanze portate avanti di Beppe Grillo e Matteo Salvini sembrano essere sempre più in simbiosi (a proposito, vi siete mai chiesti come faccia Salvini ad avere così tanti consensi?) e questo non esclude un’alleanza post voto.
Nulla verrà annunciato prima delle elezioni, ma esistono altre strategie per portare acqua ai due mulini contemporaneamente, come quella usata da Salvini alle ultime elezioni, in cui consigliava ai suoi elettori di votare contro il PD (e, dunque, sostanzialmente M5S) ovunque la Lega Nord non fosse al ballottaggio.
Le risposte alle varie domande si avranno solo dopo il voto, ma intanto il dubbio che il Movimento 5 Stelle sia nato incendiario per morire pompiere è sempre più preponderante.
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