Lockdown, l’errore del governo ha causato 36mila morti in più

Martino Grassi

22 Maggio 2020 - 15:39

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Negli Stati Uniti si sarebbero potute evitare almeno 36.000 morti con un lockdown anticipato. Uno studio della Columbia University conferma che la riposta del governo è stata tardiva.

Lockdown, l’errore del governo ha causato 36mila morti in più

Negli Stati Uniti si sarebbero potute salvare 36.000 persone in più se il lockdown fosse stato attuato una settimana prima. A rivelarlo è uno studio condotto dai ricercatori della Columbia University, come riportato dal New York Times.

Le scelte attuate dal presidente Trump spesso non hanno convito, e adesso arriva la conferma del fatto che la risposta americana al coronavirus è stata tardiva rispetto alla reale necessità. L’attesa nell’imposizione delle misure di distanziamento sociale, attuate lo scorso marzo, ha fatto sì che il virus si diffondesse in modo esponenziale, travolgendo grandi città come New York City e New Orleans.

Lockdown, il governo ha sbagliato: la conferma

Dallo studio è emerso che se il Paese avesse chiuso agli inizi di marzo, quindi due settimane prima del lockdown, circa l’83% dei decessi sarebbe potuta essere evitata, secondo le stime dei ricercatori. Jeffrey Shaman, epidemiologo della Columbia e leader del team di ricerca ha commentato la ricerca dicendo che:

“È una grande, grande differenza. Quel piccolo momento nel tempo, cogliendolo in quella fase di crescita, è incredibilmente critico per ridurre il numero di morti”

Lo studio coordinato da Shaman si basa su un modello di malattie infettive in grado di misurare come il contatto limitato tra le persone avrebbe ridotto il numero di infezioni e di morti a causa del coronavirus, calcolando quante vite sarebbero state risparmiate se il lockdown fosse stato attuato una o due settimane prima. Secondo i ricercatori quello che avrebbe dovuto fare il presidente sarebbe stato seguire il modello dell’Italia o della Corea, e imporre la chiusura a inizio marzo.

Il timore di una seconda ondata

I dati riportano inoltre che con la graduale riapertura degli Stati, la situazione può facilmente andare fuori controllo, e adesso si teme una seconda ondata. Per questo motivo, fanno sapere i ricercatori, è importante che i funzionari e le autorità monitorino attentamente i nuovi focolai, bloccandoli sul nascere.

Da un’analisi del Washington Post, basato sui dati forniti dai cellulari, è emerso che la possibilità di una seconda ondata nel Sud del paese è molto alta e tra le città più a rischio ci sono Dallas e Houston. A ribadire il pericolo è anche l’epidemiologo della task force della Casa Bianca, Anthony Fauci che ha ricordato di non abbassare la guardia dal momento che “il virus non sta scomparendo. Il rischio è sempre fortissimo”.

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