Libia, Haftar rifiuta la tregua. Conte: “C’è base su cui lavorare”

Mario D’Angelo

10 Gennaio 2020 - 00:05

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Il generale Haftar ringrazia la Russia per il suo appoggio ma rifiuta il cessate il fuoco

Libia, Haftar rifiuta la tregua. Conte: “C’è base su cui lavorare”

Khalifa Haftar rifiuta la tregua, almeno in parte. Il generale del sedicente esercito nazionale libico ha di fatto respinto il cessate il fuoco proposto dai premier di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoğan. Lo ha fatto sapere il portavoce del generale, Ahmed al Mismari, al termine del lungo incontro a Roma con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

Haftar ringrazia Putin ma rifiuta la tregua

Ringraziamo la Russia per il suo sostegno ma non possiamo smettere di combattere il terrorismo”, ha detto il portavoce di Haftar. Il presidente libico del governo di accordo nazionale sostenuto dall’Onu, Fayez al-Serraj, aveva invece accolto la proposta.

Non si può creare uno Stato civile senza l’annientamento totale di queste formazioni: questi gruppi si sono impadroniti della capitale e godono dell’appoggio di alcuni Stati e governi che forniscono loro droni”, ha detto il portavoce.

Il riferimento è proprio alla Turchia, che giorni fa ha inviato un contingente in Libia. Nei giorni scorsi, Haftar ha invocato la jihad contro “l’invasore turco”.

Ufficialmente, le truppe di Erdogan non combatteranno, ma la presenza di una potenza straniera ha generato nei giorni scorsi un’escalation del conflitto.

Secondo Haftar, i Paesi che sostengono Tripoli fanno affluire in Libia “un gran numero di terroristi dal mondo intero per combattere le forze armate libiche”.

Haftar impone condizioni difficili all’Italia

In un primo momento, il leader militare aveva esordito con un secco “no” alla richiesta di una soluzione diplomatica. In seguito avrebbe ammesso la possibilità di una via che escluda la violenza, ma ponendo tuttavia delle condizioni molto rigide.

Secondo fonti italiane contattate dall’Huffington Post, le condizioni sono “difficili da raggiungere”, ma almeno “c’è una base su cui lavorare”. Nello specifico, il primo, fondamentale punto sarebbe il ritiro del contingente turco. Sugli altri vige ancora il riserbo istituzionale.

Per quanto riguarda le operazioni militari, i vari portali internet vicini ad Haftar hanno annunciato l’attacco all’aeroporto civile di Tripoli, che viene spesso utilizzato per il decollo dei droni turchi.

E in seguito il generale della Cirenaica ha annunciato “6 attacchi aerei” allo scalo di Misurata. In realtà, però, i lanci sono stati solo 3, e le bombe sono cadute fuori dall’aeroporto. L’obiettivo di Haftar è di mantenere chiuso lo scalo, per rendere insicuro il tragitto Tripoli-Misurata.

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