Durante l’incontro tra sindacati e Governo del 5 settembre, sono state avanzate proposte a favore dell’occupazione giovanile da inserire nella prossima Legge di Bilancio.
Un nuovo piano per l’occupazione giovanile, è questo quanto è emerso dall’incontro dell’altro giorno tra sindacati e Governo, durante il quale si è tornato a parlare di lavoro.
Il confronto è stato utile per gettare le basi delle misure per i giovani che dovrebbero trovare spazio nella Legge di Bilancio 2018, come era stato già annunciato nelle settimane scorse dal viceministro dell’Economia Enrico Morando.
Gli interventi da parte del Governo dovrebbero essere nella sostanza tre: decontribuzione per i giovani assunti con contratto a tempo indeterminato, rilancio delle politiche attive del lavoro e ritocchi sugli ammortizzatori sociali.
Lavoro, incentivare assunzioni a tempo indeterminato dei giovani
La partita dell’occupazione giovanile si giocherà soprattutto sul fronte degli sgravi contributivi.
Il Governo starebbe infatti pensando a un piano di decontribuzione al 50% per i giovani assunti a tempo indeterminato, che diventi permanente nel tempo.
Lo sconto contributivo, nell’ipotesi formulata dal Governo, dovrebbe avere una durata di due/tre anni. Ancora da decidere il limite di età per poter fruire della decontribuzione: l’obiettivo è quello di poter includere il maggior numero di giovani.
Probabile dunque che il limite di età possa arrivare fino ai 32-35 anni.
L’obiettivo dell’intervento è quello di incentivare le aziende ad assumere giovani con contratti a tempo indeterminato: grazie agli sgravi, infatti, le imprese otterrebbero un dimezzamento dei contributi previdenziali la cui quota passerebbe dal 24% al 12% dello stipendio con uno sgravio massimo di 3.250 euro l’anno. Dopo i primi due/tre anni le stesse continuerebbero a godere di una diminuzione strutturale dei contributi, anche se nettamente inferiore (circa il 3/4%).
La misura non convince del tutto il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano che preferirebbe uno sconto omogeneo e permanente, e non limitato ai primi due/tre anni di assunzione, per favorire la stabilizzazione dei giovani all’interno del mondo del lavoro.
Lavoro, il piano per i centri dell’impiego e l’assegno di ricollocazione
Il Governo ha deciso di puntare dritto sul tema dell’occupazione giovanile, cercando di intervenire a 360 gradi.
Per favorire l’occupazione, e contrastare il tasso di disoccupazione ancora alto in Italia, il Governo starebbe pensando di mettere in campo un piano di politiche attive.
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha ribadito la volontà di chiudere a breve l’accordo con la Conferenza Stato Regioni per trasferire il personale dei centri per l’impiego alle dipendenze delle Regioni, stabilizzare i precari e procedere con il Piano di rafforzamento dei Cpi con 1.600 unità aggiuntive grazie alle risorse del Pon Spao e del Pon Inclusione.
Altro punto da affrontare è quello riguardante l’assegno di ricollocazione che, introdotto per il momento in fase sperimentale, stenta a decollare.
L’esecutivo a tal proposito ha assicurato la volontà di rendere strutturale la misura, apportando dei correttivi per risolvere le criticità emerse nei primi mesi di sperimentazione.
Lavoro, novità anche per gli ammortizzatori sociali
I sindacati hanno chiesto al Governo anche interventi correttivi che riguardino gli ammortizzatori sociali.
In particolar modo gli assistenti sociali chiedono una modifica del Fis (il Fondo di integrazione salariale) per poter coprire un più ampio numero di lavoratori.
Altro obiettivo è la modifica della cassa di integrazione straordinaria, al fine di ampliare la possibilità di utilizzo della stessa e i limiti temporali, e della Naspi per compensare la perdita dell’indennità di mobilità.
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