Il 24 dicembre è festivo? Le regole lavorative per la vigilia

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17 Dicembre 2025 - 11:51

La vigilia di Natale è un giorno di festeggiamenti: ma si tratta di un festivo o di un feriale dal punto di vista normativo? Ecco come funziona

Il 24 dicembre è festivo? Le regole lavorative per la vigilia

La vigilia di Natale è una giornata che porta con sé un’aura speciale: tra il fermento dei preparativi, l’attesa delle celebrazioni serali e le ultime incombenze prima delle feste, è naturale chiedersi se il 24 dicembre sia considerato un giorno lavorativo o festivo. Il dubbio riguarda non solo chi vorrebbe dedicare l’intera giornata alla famiglia o agli ultimi acquisti natalizi, ma anche le aziende che devono pianificare turni, chiusure e attività produttive in un periodo particolarmente delicato dell’anno.

Per molti lavoratori la risposta sembra scontata e basta leggere la busta paga per capire come viene trattata la giornata. Per altri, invece, la questione non è così immediata, perché molto dipende dal settore di appartenenza, dagli accordi aziendali, dal CCNL applicato e, in alcuni casi, anche da intese individuali. La vigilia di Natale, infatti, è spesso percepita come un giorno “a metà” tra lavoro e festa, ma dal punto di vista giuridico le cose sono più nette. Vediamo allora come orientarsi tra norme, contratti e consuetudini per affrontare la vigilia di Natale… anche sul lavoro.

Vigilia di Natale e lavoro: la normativa di riferimento per festivi e prefestivi

Il 24 dicembre è notoriamente il giorno che precede la festività del Natale, quello dei rientri a casa, dei cenoni in famiglia e delle tavole imbandite. È anche, nella pratica, il termine entro il quale viene corrisposta insieme allo stipendio la tredicesima ai lavoratori del settore privato, mentre per i dipendenti pubblici il pagamento avviene in genere con largo anticipo secondo le tempistiche fissate da NoiPA.

Al netto di questi aspetti, però, la normativa è chiara:

il 24 dicembre non è considerato un giorno festivo dall’ordinamento italiano. Le festività civili e religiose riconosciute sono stabilite dalla legge n. 260 del 27 maggio 1949 e successive modifiche e la vigilia di Natale non rientra tra queste. Si tratta dunque di una giornata feriale a tutti gli effetti, anche se comunemente definita prefestiva.

Il concetto di prefestivo, tuttavia, non ha un valore generale di legge, ma assume rilevanza solo se previsto da contratti collettivi o accordi aziendali. In assenza di tali previsioni, il 24 dicembre resta una normale giornata lavorativa.

In generale, se la giornata è lavorativa, i dipendenti sono tenuti a rispettare l’orario di lavoro stabilito dal contratto. È comunque possibile richiedere ferie, permessi retribuiti o l’utilizzo di ROL ed ex festività, nel rispetto delle procedure interne e delle regole previste dal contratto collettivo applicato.

Proprio perché è un giorno lavorativo, il dipendente che presta servizio il 24 dicembre non ha diritto, come accade per il Natale o come avviene per l’8 dicembre, ad alcuna maggiorazione automatica della retribuzione. La giornata viene retribuita come un giorno di lavoro ordinario, salvo che il CCNL di riferimento preveda trattamenti di miglior favore, come riduzioni d’orario o riconoscimenti specifici per i prefestivi.

Vigilia di Natale: quando non si lavora?

Esistono numerosi casi in cui il 24 dicembre non si lavora o si lavora con orario ridotto, ma non per effetto di una festività riconosciuta per legge.

In settori come il commercio, il turismo e la ristorazione, la vigilia è spesso una delle giornate di maggiore attività, con aperture prolungate e turnazioni rafforzate per far fronte all’aumento della domanda. In questi ambiti, lavorare il 24 dicembre è la regola più che l’eccezione.

Al contrario, in molti uffici privati, aziende manifatturiere e studi professionali è diffusa la chiusura anticipata o addirittura la chiusura totale, frutto di prassi consolidate o di accordi aziendali che riconoscono la vigilia come giornata a orario ridotto. Lo stesso accade spesso negli uffici pubblici e negli enti locali, dove decreti interni o disposizioni organizzative possono prevedere la chiusura degli sportelli o l’utilizzo obbligatorio di ferie e permessi, come consentito dalla normativa sul pubblico impiego.

Nel settore bancario, ad esempio, la vigilia di Natale non è un giorno festivo ma viene spesso trattata come giornata a operatività ridotta. Molti istituti di credito prevedono la chiusura anticipata degli sportelli, generalmente nelle prime ore del pomeriggio, pur garantendo il funzionamento dei servizi online e degli sportelli automatici.

Situazione analoga per gli uffici della Pubblica amministrazione, dove il 24 dicembre può rientrare tra le giornate di chiusura prefestiva stabilite con provvedimenti organizzativi interni, nel rispetto della normativa sul pubblico impiego e dei contratti collettivi di comparto. Ministeri, enti locali e amministrazioni periferiche possono disporre la chiusura degli sportelli o l’erogazione limitata dei servizi, spesso accompagnata dall’invito ai dipendenti a utilizzare ferie o permessi..

Anche altri servizi, come gli uffici postali, le sedi dell’INPS e delle Agenzie fiscali, possono osservare orari ridotti o sospendere l’accesso al pubblico nel corso della vigilia, pur garantendo la continuità delle attività essenziali. Diverso il discorso per i servizi di pubblica utilità, come sanità, trasporti e sicurezza, che restano pienamente operativi secondo turnazioni rafforzate.

Il 24 dicembre non è lavorativo, di fatto, per il personale della scuola, poiché gli istituti scolastici sono chiusi in base ai calendari scolastici regionali approvati annualmente dalle Regioni. In questo caso, però, la sospensione dell’attività non dipende dalla natura festiva della giornata, ma dalla chiusura prevista per le vacanze natalizie. È bene ricordare che per alcune figure, come il personale ATA o i dirigenti scolastici, possono valere regole organizzative differenti.

Negli ultimi anni, inoltre, la diffusione del lavoro agile ha introdotto ulteriori margini di flessibilità: non è raro che la vigilia di Natale venga svolta in smart working, sulla base di accordi individuali o aziendali, soprattutto nei settori del terziario avanzato.

Chi desidera avere la giornata libera è quindi chiamato a pianificare per tempo, confrontandosi con il datore di lavoro e verificando le disposizioni del proprio CCNL in materia di prefestivi, ferie, permessi e ROL. Le regole non sono uguali per tutti, ma una corretta informazione aiuta a evitare equivoci e incomprensioni.
C’è solo un caso in cui il 24 dicembre assume rilevanza come giorno festivo dal punto di vista retributivo. Vediamo qual è.

Il 24 dicembre è festivo solo se cade di domenica

L’unica ipotesi in cui il 24 dicembre è trattato come festivo si verifica quando cade di domenica. In questo caso, infatti, la festività non dipende dalla vigilia di Natale in sé, ma dal fatto che la domenica è riconosciuta come giorno festivo dall’ordinamento e tutelata anche dall’articolo 2109 del Codice civile.

Quando il 24 dicembre coincide con la domenica, il lavoratore che presta servizio ha quindi diritto alle maggiorazioni previste per il lavoro domenicale, secondo quanto stabilito dal proprio Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. La disciplina applicabile è quella generale sul lavoro domenicale, indipendentemente dal fatto che si tratti della vigilia di Natale.

Le percentuali di maggiorazione variano sensibilmente da contratto a contratto. Il CCNL del Commercio, ad esempio, riconosce una maggiorazione pari al 30% della paga base per le ore lavorate di domenica, mentre altri contratti possono prevedere percentuali diverse o il riconoscimento di riposi compensativi.

Al di fuori di questa specifica circostanza, però, il 24 dicembre resta una giornata feriale, da affrontare secondo le regole ordinarie del rapporto di lavoro, con la consapevolezza che molto dipende non dalla data sul calendario, ma dalle previsioni contrattuali e organizzative applicate nel singolo contesto lavorativo.

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