Legge 104 e pensione: un connubio al quale rivolgersi con le dovute cautele, in modo da tutelare chi si è assunto l’onere di assistere parenti gravemente disabili anche nel corso della propria vita lavorativa. L’Inps, proprio in questi giorni, sta inviando le lettere di autorizzazione al pensionamento con i requisiti ante Riforma Fornero a 2500 persone: ecco chi rientra tra i salvaguardati.
Legge 104 e pensione, un’accoppiata della quale ci siamo occupati spesso in passato, ma stavolta non per segnalare criticità o dare brutte notizie, anzi: l’Inps sta inviando, proprio in questi giorni, le lettere che autorizzano al pensionamento migliaia di lavoratori secondo i requisiti ante 2012, ovvero previgenti alla Riforma previdenziale targata Elsa Fornero.
2500 salvaguardati: come mai?
A stabilirlo, il decreto legge 102/2013 che ha ampliato di 2500 unità i lavoratori esonerati dall’applicazione delle nuove regole pensionistiche, sebbene a due condizioni ben precise:
- Devono essere in congedo come previsto dal dlgs 151/2001 (altrimenti noto come “congedo straordinario biennale”) oppure fruitori dei permessi ai sensi dell’articolo 33, comma 3, della legge 104 del 1992 nel corso del 2011;
- La pensione deve collocarsi entro il 6 gennaio 2015.
In arrivo le lettere dell’Inps
E’ l’Inps che si sta occupando di controllare le domande di pensionamento presentate dai lavoratori che intendono richiedere l’accesso al trattamento previdenziale secondo le regole precedenti all’entrata in vigore del Dl 201/2011. L’Istituto di previdenza nazionale, dal canto suo, provvede a verificare il raggiungimento dei requisiti necessari per il perfezionamento del diritto all’assegno pensionistico spettante (di vecchiaia o di anzianità). Al raggiungimento del limite numerico di 2500 domande l’Inps non ne prenderà in considerazione altre che richiedano di usufruire del medesimo beneficio.
I costi della salvaguardia
Un’operazione che costerà alle casse dello Stato circa 57 milioni di euro ripartiti tra il 2014 fino al 2018. Le lettere che stanno giungendo in questi giorni ai lavoratori richiedenti riguardano i beneficiari della salvaguardia con decorrenza maturata al 31 agosto 2014: un termine comunque subordinato alla risoluzione del rapporto di lavoro e a tutti gli adempimenti burocratici del caso, in primis alla presentazione di domanda di pensione tramite i servizi online dell’ Inps, il contact center o gli appositi patronati.
Dipendenti pubblici e trattamento di fine rapporto
E’ opportuno, tuttavia, che i dipendenti pubblici prestino particolare attenzione alla causa di cessazione del rapporto di lavoro, poiché da essa dipende il pagamento dei trattamenti di fine servizio o rapporto. In caso di dimissioni volontarie il pagamento non avverrà prima di 24 mesi, che scendono, invece, a 12 se la risoluzione avviene da parte della Pubblica Amministrazione. Infine, se l’importo supera i 50 mila euro è prevista l’erogazione in due rate, se invece è superiore ai 100 mila euro le rate salgono a 3 e l’ultima tranche verrà erogata trascorsi 24 mesi dal pagamento della prima.
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