Lavoro autonomo: zero tutele per i professionisti

Teresa Maddonni

17 Gennaio 2020 - 13:30

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Il Jobs Act del lavoro autonomo riservato alle partite Iva entrato in vigore nel 2017 prevedeva delle deleghe oggi scadute: i professionisti restano senza tutele fondamentali. Vediamo quali sono.

Lavoro autonomo: zero tutele per i professionisti

Si torna a parlare di lavoro autonomo: a oggi mancano delle tutele per i professionisti perché le deleghe allo Statuto contenute e previste nel Jobs Act sono cadute nel dimenticatoio.

Le deleghe allo Statuto del lavoro autonomo, anche conosciuto come Jobs Act degli autonomi, dovevano garantire dei diritti fondamentali ai titolari di partita Iva (non imprenditoriale) nonché ai professionisti iscritti agli albi, come gli avvocati.

Queste sono scadute a metà del 2018 senza che il governo, o meglio i governi Conte I e II, se ne siano occupati. A oggi restano in vigore solo alcune disposizioni autoapplicative e nulla si sa sulle altre tutele previste anche per ciò che riguarda salute, sicurezza, maternità e ammortizzatori sociali per i professionisti.

Lavoro autonomo e tutele: le deleghe scadute

Per il lavoro autonomo e le tutele che devono essere garantite ai professionisti iscritti agli ordini e in generale a chi è titolare di partita Iva erano previste delle deleghe specifiche nel Jobs Act varato a metà del 2017 che a oggi sono scadute.

Come riporta Il Sole 24 Ore le deleghe alla legge n.81/2017 recante "Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato", sono quattro e in particolare:

  1. una delega che avrebbe riconosciuto ai professionisti iscritti agli ordini, per esempio agli avvocati, di esercitare funzioni solitamente attribuite alla Pubblica Amministrazione;
  2. un delega invece prevedeva delle tutele importanti sul piano della protezione e sicurezza sociale riconoscendo agli autonomi degli ammortizzatori sociali;
  3. un’altra delega prevedeva un incremento delle prestazioni in caso di malattia e maternità per i lavoratori iscritti alla gestione separata INPS. L’aliquota aggiuntiva poteva aumentare fino allo 0.5%;
  4. una delega riguardava la sicurezza sul lavoro e salute creando delle norme ad hoc per gli studi professionali.

Queste deleghe a oggi sono scadute, non se ne parla, e i lavoratori autonomi restano senza delle tutele importanti e dalla possibilità che siano loro garantiti i diritti di cui i dipendenti godono.

Jobs Act nel dibattito politico

Intanto che le deleghe al Jobs Act degli autonomi, alla legge n.81/2017, sono scadute, si torna a parlare dell’articolo 18.

Eliminato dal Jobs Act (lo Statuto dei lavoratori del vecchio governo Renzi) l’articolo 18 prevedeva l’eliminazione la tutela del lavoratore nel caso di licenziamento illegittimo.

Leu e Cinque Stelle chiedono che l’articolo 18 venga reintrodotto al posto del contratto a tutele crescenti previsto per chi è stato assunto dopo il 7 marzo 2015. Tuttavia i dati sembrano confermare che il regime a tutele crescenti abbia portato a meno licenziamenti rispetto ai contratti per cui si applica l’articolo 18.

Secondo l’Osservatorio Statistico dei consulenti del Lavoro che hanno raccolto i dati CICO (Campione Integrato Comunicazioni Obbligatorie) il contratto a tutele crescenti non determina un maggior rischio di licenziamento rispetto ai contratti per i quali vale l’articolo 18.

Tra coloro che sono stati assunti nel 2015 è stato licenziato il 21,3%. Chi è stato assunto prima dell’entrata in vigore del Jobs Act e dell’eliminazione dell’articolo 18 si stima il licenziamento nel 22,6% dei casi.

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