Jobs Act 2016 autonomi: cosa prevede, agevolazioni e Statuto

Simone Traversa

27 Gennaio 2016 - 14:49

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Col Jobs Act 2016 per i lavoratori autonomi saranno introdotte novità su congedo, malattia grave, ritardo pagamenti e deducibilità delle spese

Jobs Act 2016 autonomi: cosa prevede, agevolazioni e Statuto

Il Jobs Act autonomi 2016, inserito nella nuova Legge di Stabilità che sarà approvata a fine gennaio, introdurrà novità importanti per professionisti e lavoratori autonomi.

Nel testo del Jobs Act che è circolato a ottobre c’erano importanti agevolazioni per i le partite IVA, che però nei prossimi passaggi legislativi potrebbero essere modificate.

Sono molte le associazioni che infatti si sono dimostrate preoccupate per l’eventuale ridimensionamento delle tutele dei lavoratori autonomi.

Vediamo però nel dettaglio cosa il testo del Jobs Act 2016 propone e cosa invece è stato modificato negli ultimi giorni.

Jobs Act 2016 autonomi: cos’è?

Nella Legge di Stabilità 2016 è stato introdotto il Jobs Act per i lavoratori autonomi, ossia una copertura finanziaria volta a garantire una serie di agevolazioni per le partite IVA.

Si tratta di misure adottate per la prima volta in Italia, e hanno lo scopo di valorizzare una categoria di lavoratori lasciata da troppo tempo in secondo piano.

L’ordinamento è volto a formulare una serie di norme e regole che favoriscano e tutelino la specificità del lavoro autonomo sotto il profilo contrattuale, assistenziale e fiscale, prospettando così un vero e proprio “Statuto dei lavoratori autonomi”.

Jobs Act 2016: a chi si applica?

Le nuove norme del Jobs Act 2016 per le partite IVA si applicheranno dunque a tutti i lavoratori autonomi, fatta eccezione per le piccole imprese, commercianti e artigiani iscritti alla Camera di Commercio.

Dunque le categorie di lavoratori a cui il Jobs Act autonomi si applicherà sono:

  • iscritti agli ordini professionali, a esclusione delle norme previdenziali, in quanto ogni ordine e Cassa ha proprie regole per quel che riguarda maternità e malattia;
  • tutti i titolari di partita IVA senza Albo di riferimento.

Partite IVA 2016: novità per i lavoratori autonomi

La prima bozza del testo del Jobs Act per lavoratori autonomi prevedeva importanti novità per quanto riguarda le partite IVA agevolate.

Viene infatti fissato il passaggio dal regime dei minimi a quello forfetario: in questo articolo trovate tutti i dettagli.

Vi sono poi anche importanti novità per le partite IVA ordinarie:

  • detrazione del 100% per le spese di aggiornamento professionale, fino a un massimo di spesa di 10.000 euro l’anno;
  • deducibilità al 100%, fino a un massimo di 5.000 euro l’anno, delle spese per certificazioni di competenze, formazione, riqualificazione e sostegno all’autoimprenditorialità rilasciati da enti accreditati;
  • possibilità per professionisti e autonomi di partecipare ai bandi pubblici e di finanziamento senza l’iscrizione alla Camera di Commercio;
  • possibilità di stipulazione di assicurazioni, detraibili al 100%, per il recupero di mancati pagamenti;
  • maggiori tutele nelle clausole contrattuali in favore del lavoratore autonomo, nella fattispecie è fatto divieto: 1) al committente di recedere dal contratto in maniera unilaterale e senza preavviso; 2) al committente di variare a sua discrezione le condizioni del contratto che stabiliscono entro 60 giorni la scadenza del pagamento;
  • istituzione di uno sportello per gli autonomi sul mercato del lavoro presso i centri per l’impiego e organismi accreditati, volto a orientare i lavoratori, mettere in contatto domanda e offerta e informare le imprese;
  • aumento No tax-area per i lavoratori autonomi da 4.800 a 8.000 euro, e agevolazioni progressive per la fascia di reddito che va dagli 8.000 ai 20.000 euro, con risparmi di imposta stimati tra gli 600 e gli 800 euro all’anno.

Smartworking e Novità collaborazioni occasionali 2016

Con il Jobs Act autonomi si cerca di regolamentare una nuova forma di lavoro, a metà tra il telelavoro e un’attività professionale tradizionale, definito Smartworking.

Ci sono novità importanti e in questo articolo spieghiamo tutto nel dettaglio.

Allo stesso modo cambiano i termini per le collaborazioni occasionali. È stata infatti introdotta una norma che opera una distinzione tra il requisito della etero-organizzazione e il coordinamento deciso di comune accordo tra le parti.

Con questa nuova norma i contratti di collaborazioni occasionali con coordinamento deciso di comune accordo tra le parti può essere instaurato anche laddove il lavoratore organizzi in autonomia il proprio lavoro. Ciò implica che a questo tipo di collaborazioni non si applicheranno le norme del lavoro subordinato.

Jobs Act 2016 autonomi: malattia grave, congedo parentale e maternità

Col Jobs Act 2016 per i lavoratori autonomi sono state inoltre introdotte tre norme riguardanti la maternità per le lavoratrici, il congedo parentale e la sospensione della contribuzione in caso di malattia grave.

Il dettaglio delle norme:

  • malattia grave: è possibile per il lavoratore autonomo sospendere il versamento dei contributi all’INPS in caso di malattia grave per tutta la durata dell’evento morboso, fino a un massimo di due anni. Il lavoratore sarà tenuto a ripagare i contributi non versati rateizzandoli per un periodo della durata massima di tre volte quello della sospensione;
  • indennità di maternità: le lavoratrici potranno presentare domanda di indennità all’INPS, a prescindere dall’effettiva sospensione del lavoro, dunque avranno diritto all’indennità anche se continueranno a lavorare;
  • congedo parentale: con il Jobs Act 2016 aumenta sia il periodo di astensione che passa dai tre ai sei mesi, sia il periodo di fruizione che passa da un anno a tre del bambino.

Jobs Act autonomi: ultime modifiche

Il testo che a fine gennaio arriverà al Consiglio dei Ministri ha però subito delle modifiche, dunque quanto appena descritto potrebbe non essere tramutato in legge.

Quali sono le modifiche apportate al Jobs Act? Eccole:

  • deduzione delle spese di formazione e orientamento: la deducibilità integrale potrebbe essere vincolata al requisito del’accreditamento. Questo significa che i lavoratori potranno dedurre i costi per l’aggiornamento professionale e la formazione solo per i corsi tenuti presso enti accreditati, il che ridurrebbe la possibilità di scegliere corsi più adatti alla propria professione;
  • tutele per i ritardi nei pagamenti: il termine per considerare in ritardo un pagamento passerebbe dagli attuali 60 giorni a 90, questa modifica è ancora in fase di studio e probabilmente verranno confermati i 60 giorni;
  • malattia grave: il rischio è che venga cancellata l’equiparazione tra degenza ospedaliera e i periodi di malattia certificata a seguito di trattamenti salvavita per terapie oncologiche. Anche questa norma è ancora in discussione ed è probabile che verrà confermata la copertura per le cure ontologiche.

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