Lavoro, Poletti: abolizione Cococo e contratti a progetto, modifiche per le partite Iva. Ecco cosa cambia con il Jobs act

Marta Panicucci

13/10/2014

Il Ministro Poletti annuncia l’abolizione di alcune forme contrattuali, tra queste i Cococo e i contratti a progetto. Novità in arrivo per le partite Iva. Ecco le novità.

Lavoro, Poletti: abolizione Cococo e contratti a progetto, modifiche per le partite Iva. Ecco cosa cambia con il Jobs act

Non si sa ancora come, ma le forme contrattuali in Italia sono destinate a cambiare. Nella legge delega in via di approvazione infatti, si parla genericamente di semplificazione delle forme contrattuali, senza entrare nel merito del provvedimento. Ma il Ministro Poletti ospite a In Mezz’Ora concede alcune importanti anticipazioni. Il governo intende eliminare alcune forme contrattuali: tra queste i Cococo e i contratti a progetto che invece di flessibilità hanno introdotto soltanto precarietà nel mondo del lavoro italiano. Il ministro torna anche a parlare di articolo 18 ribadendo la necessità di "certezze per l’impresa e per il lavoratore".

Contratti di lavoro
"Le partite Iva vanno cambiate, non tolte. Andrà ridefinito il perimetro di queste posizioni dentro il provvedimento che andiamo a fare. Costruiremo un nuovo quadro con contratto a tempo indeterminato e a tutele crescenti - ha spiegato il ministro - e dentro quel contratto andranno assorbite le varie forme contrattuali che oggi ci sono".

Il contratto a tutele crescenti quindi dovrebbe andare a sostituire altre forme di contratto attualmente in vigore. Tra queste, secondo le indicazioni del Ministro Poletti, le prime a sparire sarebbero i Cococo e i contratti a progetto. Le partite Iva invece restano, anche se saranno sottoposte a diversi cambiamenti, promette il ministro.

Il contratto a tutele crescenti ha lo scopo di aumentare progressivamente le tutele riconosciute al lavoratore; favorire l’assunzione dei lavoratori da parte delle imprese e semplificare le tipologie di contratto. In pratica si tratta di un contratto in cui i lavoratori che vengono assunti sono stabilizzati nell’arco dei tre anni, arrivando ad ottenere un contratto a tempo indeterminato con tutte le tutele previste dalla legge. Nei tre anni precedenti però il datore di lavoro ha la facoltà di licenziare il lavoratore in ogni momento.

Articolo 18
Il Ministro torna anche a parlare di articolo 18, il pomo della discordia all’interno del Pd e tra premier e sindacati. Il Ministro Poletti afferma che l’articolo 18 va modificato perché "vogliamo avere una definizione precisa che dia certezza all’impresa e al lavoratore in caso di licenziamento. Ora le modalità in cui si assume la decisione del reintegro o meno sono assolutamente incerte. Dobbiamo dare certezza del diritto perché uno dei problemi è il tasso di incertezza. All’incertezza normale dell’impresa non possiamo aggiungere il fatto di non avere un tribunale che decide in tempi decenti, l’incertezza sul fatto che l’impresa abbia accesso o meno al credito. L’incertezza è il veleno degli investimenti".

Il Ministro quindi rilancia sul tema dell’articolo 18 come freno agli investimenti, ma ancora non è chiaro l’intento del governo sul tema. All’abolizione inizialmente avanzata, il premier ha poi aperto alla possibilità di lasciare il reintegro per casi di discriminazione e motivi disciplinari. Sul punto il Ministro non ha fornito chiarimenti.

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