Laurea e lavoro: connubio (im)perfetto. Su quali facoltà puntare?

Valentina Pennacchio

18 Giugno 2013 - 16:07

Laurea e lavoro: connubio (im)perfetto. Su quali facoltà puntare?

Laurea e lavoro: connubio (im)perfetto. Nel tasso record di disoccupazione giovanile italiana sono compresi molti laureati che, inevitabilmente, sono portati a chiedersi: la laurea serve? Su quali facoltà puntare?

In molti sondaggi emerge una forte disillusione rispetto al percorso di formazione, questo perché in Italia la formazione è poco professionalizzante e, spesso, poco competitiva, così una volta in contatto con il mondo del lavoro ci si scopre in qualche modi incompleti, ci si sente inadatti.

Pensiero che diventa consapevolezza ai colloqui con le aziende e/o le agenzie interinali, dove vengono proposte offerte non solo poco idonee al proprio corso di studi, e questo è un aspetto facilmente superabile, ma, è il caso di dirlo, ridicole e inaccettabili. Questo è il motivo che spinge i cervelli italiani a guardarsi intorno e ad abbandonare il proprio Paese, dove, ormai, sono in molti oggi a sostenere il primato dell’esperienza sui titoli.

Questo è l’opinione prevalente anche sul web, Forexinfo ha lanciato un sondaggio sulla pagina Facebook LavorInfo a cui potete continuare a partecipare tutti, proprio per chiedere ai nostri lettori se nel mercato del lavoro contano di più: titoli o esperienza. Al momento è in testa l’esperienza.

Laurea e prospettive: su cosa puntare?

Per l’anno accademico 2013/2014 già si preannunciano alcune novità negli atenei italiani, dai test di ammissione, alle facoltà sostituite dai dipartimenti, in linea con la riforma del sistema universitario nazionale, ovvero la legge Gelmini 240/2010. Il prossimo anno accademico sarà anche l’anno dell’internazionalizzazione con ben con 335 corsi di laurea in 47 atenei in cui è possibile conseguire un double degree o un titolo congiunto mediante accordi con più di 52 università straniere. Ciò risponde a due esigenze:

  • attrarre studenti da altri Paesi;
  • dare agli studenti una preparazione più internazionale, grazie ai corsi in inglese.

Al di là di ogni opinione, c’è un dato oggettivo insindacabile: la laurea è cultura e la cultura non è mai una perdita di tempo perché arricchisce l’individuo.

Tuttavia, ai laureati del futuro sicuramente consigliamo di abbinare al proprio percorso di studi delle esperienze lavorative che consentano di concretizzare gli studi teorici e che assicurino un valore aggiunto nel proprio cv: professionalità e versatilità.

Nell’area economico-giuridica, ai classici corsi (giurisprudenza, economia), vanno affiancandosi dei corsi più specifici di management e governance, con un’attenzione particolare al mondo digitale, visto che tutto, anche la comunicazione, ha un carattere sempre più tecnologico e digitale e stare al passo con i tempi è un must, soprattutto per inserirsi nel mercato del lavoro.

Nell’area scientifica, nonché di architettura o ingegneria, il consiglio è quello di orientare la propria attenzione verso l’ambiente e l’energia, uno dei settori chiave che al momento sembra non essere travolto dalla crisi o, quantomeno, non come gli altri.

Di seguito un grafico che mette in luce i dati raccolti da AlmaLaurea ottenuti intervistando dopo 5 anni dal conseguimento del titolo i laureati specialistici del 2007 che ci aiutano a capire le prospettive dopo la laurea relativamente alle diverse facoltà.

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