La Germania cerca di ostacolare l’Italia: Schaeuble invita la Bce a non aiutare il nostro Paese

Erika Di Dio

13 Maggio 2013 - 12:03

La Germania cerca di ostacolare l’Italia: Schaeuble invita la Bce a non aiutare il nostro Paese

Qualche giorno fa, il ministro delle Finanze tedesco Wolkfgang Schaeuble ha criticato Mario Draghi sull’opzione di acquisto da parte della Bce di Asset-backed security dai Paesi del Sud-Europa. A riportarlo il quotidiano Der Spiegel, sottolineando che Schaeuble ha definito tali acquisti "problematici", riferendosi alla possibilità che la Bce acquisisse così i debiti dell’Italia verso creditori privati per 70 mld e ha parlato di un "finanziamento statale nascosto”.

La posizione di Schaeuble

Così facendo, l’esponente governativo tedesco ha violato una tra le più importanti norme del Trattato, proprio una di quelle che la Germania considera fondamentali, ossia:

l’art.130 del TFUE (Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, n.d.r.): "Nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri a loro attribuiti dai trattati e dallo Statuto del SEBC e della BCE, né la Banca centrale europea, né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli organi o agli organismi dell’Unione, dai governi degli stati membri, né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni gli organi e gli organismi dell’Unione, nonché i governi, degli stati membri si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della banca centrale".

Schauble ha quindi parlato di un "finanziamento nascosto agli Stati più deboli", riferendosi alla possibilità che la Bce acquisti i cosiddetti ABS (assed backed securities, strumenti finanziari, emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione, garantiti dagli attivi sottostanti, n.d.r.) dei paesi dell’Europa meridionale più in difficoltà; questo, a suo avviso, non si potrebbe fare perché avvantaggerebbe le PMI italiane.

Il blog di Orizzonte48, tra i primi a voler smascherare l’azione del ministro tedesco, ci spiega il perché di questo ragionamento:

I crediti delle imprese italiane verso lo Stato, (ancor prima di essere pagati con farraginose creazioni legislative in pareggio di bilancio, per "quote" che sarebbero in realtà ipoteticamente scaglionate nei prossimi anni in corrispondenza di equivalenti tagli alla spesa pubblica), sarebbero ceduti alle banche italiane e da queste "cartolarizzati", cioè resi dei titoli obbligazionari basati sull’asset del debito-garanzia statale (considerato sostenibile e quindi altamente solvibile), e poi scontati presso la BCE che li acquisterebbe rilasciando la corrispondente liquidità alle banche che potrebbero, contando su ciò, immediatamente anticipare le relative somme alle imprese, fornendogli i fondi per evitare chiusure e insolvenze.

Così però non sarebbe perché sarebbero le banche private ad essere finanziate ed esse non sono prese in considerazione nel divieto, come invece lo sono le amministrazioni statali, gli enti pubblici o ancora le imprese pubbliche.

Arroganza tedesca

Cosa fondamentale qui è notare l’atteggiamento di arroganza della Germania e la sua volontà, come sempre, di fare la voce grossa anche quando c’è un preciso articolo che vieta ai membri del governo ogni presa di posizione.

Il blog quindi, nella speranza che questo messaggio si diffondi il più possibile, conclude:

Fino a quando rimarremo in un trattato ad applicazione "diseguale", in cui è impedita ogni parità di condizioni, imposta dall’art.11 Cost., e ogni considerazione della dovuta importanza che, per la stessa ripresa mondiale, ha l’economia di un grande paese come l’Italia? Che ha il solo torto di dare fastidio con la sua (residua) vitalità industriale alle mire imperialistiche della Germania? Fino a quando dovremo farci trattare come un paese di serie C, lasciando calpestare la nostra Costituzione?

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