La Fed si mostra cauta e dovish. Il mercato interpreta chiaramente: il prossimo rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti è ancora molto lontano.
La Fed è cauta e i mercati non credono più ad un rialzo dei tassi nel 2016 se non a dicembre. Fanno paura i rischi che minacciano l’economia statunitense e il rallentamento sul fronte macroeconomico nella prima parte dell’anno.
Ora gli occhi sono tutti puntati su dicembre, mese in cui la banca centrale americana potrebbe decidere di agire.
La Federal Reserve ha annunciato la sua decisione di lasciare i tassi di interesse invariati nel range tra lo 0.25% e lo 0.50%, come previsto dalla gran parte degli economisti - una notizia già completamente prezzata sul mercato.
La fonte di interesse degli investitori in vista della riunione della Fed di aprile era individuare un qualche segnale che anticipasse un rialzo dei tassi di interesse nel mese di giugno, ma è arrivata la delusione: la Fed è ancora cauta, non vi è alcun riferimento ad un rialzo dei tassi a breve all’intero delle dichiarazioni post-riunione di aprile. Gli investitori guardano ora a dicembre come unica possibilità di vedere un rialzo dei tassi nel 2016.
Riunione Fed, mercato deluso: nessun rialzo a giugno
Tra il recente rallentamento dell’economia e la riduzione della spesa dei consumatori, la Federal Reserve preferisce ancora aspettare per rialzare i tassi.
"L’attività dell’economia sembra essere rallentata",
si legge nelle dichiarazioni del Federal Open Market Committee a seguito della riunione di due giorni tenutasi questa settimana.
"La crescita della spesa delle famiglie è lievemente scesa, anche se il reddito reale delle famiglie è aumentato ad un tasso solido e la fiducia dei consumatori rimane alta".
Le dichiarazioni a seguito della riunione della Fed di aprile sottolineano vari punti contraddittori nell’andamento dell’economia degli Stati Uniti - un’ottima crescita di posti di lavoro e un forte miglioramento del settore immobiliare contro il calo degli investimenti delle imprese e delle esportazioni.
La Fed di Atlanta stima una crescita economica dello 0,6 per cento nel primo trimestre del 2016, condizione che riflette pienamente la valutazione sottotono della Fed.
La banca centrale degli Stati Uniti si mostra ancora una volta estremamente dovish, cancellando anche le più piccole aspettative per un rialzo dei tassi di interesse nel mese di giugno.
Solo un membro del FOMC, il presidente della Fed di Kansas City Esther George ha mostrato la volontà di rialzare i tassi già nella riunione conclusa oggi.
La George mantiene un tono hawkish e afferma di voler vedere la Federal Reserve di nuovo in pista nel percorso di normalizzazione di politica monetaria avviato con il primo rialzo dei tassi di interesse in quasi 10 anni avvenuto lo scordo dicembre.
Ma il rialzo dei tassi dello 0.25% voluto dalla George, che avrebbe portato i tassi di interesse di riferimento allo 0.75%, non ha trovato consenso tra gli altri membri votanti.
Fed: pesano i rischi, inflazione ancora bassa nel medio termine
Anche la mancanza di un riferimento ad un bilanciamento dei rischi pesa sul sentiment dei mercati circa l’orientamento di politica monetaria della Federal Reserve: manca ancora una volta la valutazione della banca centrale circa le evoluzioni dei fattori ribassisti che pesano sull’economia USA.
In molti interpretano questa mancanza come un segnale chiaro: il FOMC è ancora molto preoccupato circa l’andamento dell’economia internazionale e interna al Paese.
L’inflazione non ha raggiunto il target della Fed nonostante le politiche espansive della banca. La Federal Reserve ha mantenuto il tasso di interesse vicino lo zero per otto anni e il tasso di inflazione non ha mai raggiunto il 2%, l’obiettivo della banca.
La dichiarazione di questa sera ribadisce la previsione ufficiale della banca centrale secondo cui l’indicatore salirà verso il 2 per cento "nel medio termine", sottolineando come l’inflazione stia subendo "gli effetti transitori del calo dei prezzi dell’energia e delle importazioni".
Riunione Fed: cos’è cambiato dalle dichiarazioni di marzo
La commissione rivede la sua posizione sulla spesa delle famiglie, notando come sia scesa lievemente, dopo aver parlato di "aumento a ritmo moderato" nella riunione di marzo.
La dichiarazione a seguito della riunione di marzo aveva anche definito l’inflazione "in rialzo negli ultimi mesi", ma la valutazione di aprile è cambiata: secondo la Fed ora l’inflazione "continua a correre al di sotto del target di lungo periodo della commissione al 2 per cento".
Manca la rassicurazione data dal FOMC a marzo, quando aveva dichiarato di stare "monitorando da vicino l’andamento economico e finanziario mondiale". Ad aprile, la commissione si è limitata a dire che le turbolenze internazionali "continuano a rappresentare dei rischi".
La Fed ha aumentato il tasso di riferimento di un quarto di punto percentuale nel mese di dicembre per la prima volta in quasi 10 anni. Alla fine dello scorso anno i membri del FOMC avevano indicato un’aspettativa di quattro aumenti dei tassi nel 2016.
Nella riunione di marzo, la Fed ha cambiato idea anticipando due rialzi, più di quanto non faccia il mercato, aspettandone uno solo sul finire dell’anno.
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