Fed e tassi di interesse: quando (e se) aspettarsi il prossimo rialzo

Livio Spadaro

27 Aprile 2016 - 11:46

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I mercati attendono le decisioni della Fed per avere indicazioni sui futuri rialzi dei tassi di interesse. La domanda da porsi è non quando ma se la Fed rialzerà i tassi nel 2016.

Fed e tassi di interesse: quando (e se) aspettarsi il prossimo rialzo

I mercati finanziari si muovono cautamente in attesa della conclusione della due giorni di riunione del FOMC. Per quest’oggi non ci si attende nessun movimento di politica monetaria e gli operatori si concentreranno su alcuni aspetti della riunione della Federal Reserve. Gli investitori, stando all’analisi dei fed fund futures, si aspettano che l’istituto centrale statunitense rialzerà i tassi a partire da dicembre 2016, dando molte poche possibilità a strette monetarie nel corso dell’anno.

La domanda che ci si dovrebbe porre, dati macro e aziendali USA, non è quando la Fed rialzerà i tassi ma bensì se lo farà. I dati economici sono piuttosto opachi e le trimestrali delle società americane sono state in linea di massima disastrose ultima su tutte quella di Apple che non registrava un calo dei ricavi da 13 anni.

Borse in attesa delle decisioni della Fed, escluso rialzo dei tassi

C’è grande attesa da parte dei mercati per la conclusione delle consultazioni del FOMC che questa sera renderà note le proprie decisioni (qui è possibile trovare tutte le previsioni e le aspettative sulla riunione del FOMC).

Non ci si attende un rialzo dei tassi ma indicazioni utili sulle prossime mosse che la Fed intende attuare in merito. Stando all’analisi dei fed fund futures, gli investitori ritengono che il prossimo rialzo della Federal Reserve potrebbe avvenire a dicembre visto che per quel mese gli operatori assegnano una probabilità di rialzo del 71%.

Tassi USA: investitori credono in un rialzo a dicembre

Sono ovviamente nulle le probabilità che oggi avvenga una stretta monetaria mentre per giugno la probabilità sale al 22% e per settembre al 38%. In realtà, dati macro americani alla mano, la domanda da porsi è se la Fed procederà a un ulteriore stretta monetaria quest’anno o meno.

L’istituto centrale statunitense ha sempre rinviato la decisione puntando il dito sulle condizioni non ottimali dell’economia globale e in particolare della Cina.

Tassi USA: Fed teme la Cina

È vero che il gigante asiatico ha conosciuto tempi migliori e ancora non ha la totale fiducia degli investitori nonostante le proiezioni di inizio messe abbiano evidenziato un rimbalzo dei dati macroeconomici cinesi (import-export su tutte).

Tuttavia, l’enorme fuoriuscita di capitali dal Paese asiatico (nascosta con importazioni boom da Hong Kong), l’ammontare sempre più crescente di debito deteriorato delle banche e il mercato immobiliare in piena crisi lasciano pensare che la Cina abbia più di qualche problema.

George Soros continua a credere che l’economia del colosso asiatico avrà un atterraggio “duro”, ritenendo che c’è qualcosa che non va nell’economia cinese (nel settore immobiliare in particolare).

Tralasciando i problemi cinesi, la Fed dovrebbe piuttosto guardare in casa propria. La Borsa americana si è portata ai massimi dell’anno senza un apparente reale motivo.

Tassi USA: l’economia americana non decolla, trimestrali delle aziende opache

Le trimestrali delle aziende americane sono state piuttosto oscure nonostante il taglio delle stime ai minimi di 7 anni degli analisti. I dati del primo trimestre del 2016 delle banche USA sono stati a dir poco disastrosi con istituti come Goldman Sachs e Morgan Stanley che hanno visto ridurre gli utili di oltre il 55%.

I dati macro a stelle e strisce non convincono molto. Le proiezioni di ieri sugli ordini di beni durevoli sono stati deludenti, così come quelli sulle vendite di abitazioni esistenti e nuove, dei profitti societari (per approfondimenti è possibile leggere qui).

Anthilia Capital si pone lo stesso quesito. Gli esperti della casa d’affari fanno notare come la finestra per un rialzo della Fed si sta sempre più riducendo spiegando che sembra sempre più difficile vedere un aumento dei tassi nei prossimi 2 meeting dell’istituto USA.

Inoltre, gli analisti di Anthilia fanno notare che nella seconda parte dell’anno ci saranno le presidenziali statunitensi, periodo in cui il FOMC notoriamente non muove niente. Una Fed ferma per tutto il 2016 sta a significare che i tassi aumenteranno più velocemente in seguito, concludono gli esperti di Anhilia.

Economia USA: per Trump e Cruz è in bolla

Se la Fed fosse costretta ad aumentare i tassi più rapidamente l’effetto, a parità di condizioni economiche, sarebbe un disastro. L’Europa fatica a crescere nonostante le spinte della BCE, il Giappone è praticamente in recessione e continua a far leva su tassi negativi e iniezione di liquidità, la Cina non si sa bene in che condizioni versi vista la poca affidabilità dei dati macro (il -26% delle vendite di Apple nel Paese dovrebbe dare qualche suggerimento) ed i Paesi emergenti faticano ancora a ripartire.

L’economia USA invece, nonostante la disoccupazione ai minimi non sta dando i segnali di ripresa sperati. Lo stesso candidato repubblicano, Donald Trump, ha dichiarato che l’economia statunitense è a forte rischio recessione e che Wall Street è in bolla (trovandosi d’accordo con l’altro candidato repubblicano Ted Cruz). Quindi, nel complesso, la risposta alla domanda se la Fed rialzerà i tassi nel 2016 potrebbe essere un secco “no”.

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