Obbligo di Pos per professionisti e commercianti, un provvedimento che rischia di costare alla platea di interessati circa 5 miliardi di euro. Se, almeno per ora, non si hanno ancora notizie di sanzioni a carico di chi non si adegua, il rischio di rimetterci è comunque reale. Ecco perché.
Obbligo di Pos per professionisti e commercianti: un argomento che abbiamo trattato molto spesso, sia per rendere conto dell’introduzione della normativa in materia, sia per capire come questa disposizione, con il passare del tempo, si è evoluta. Non sono mancati i contenziosi legali da parte dei rappresentanti di categoria, nonchè le proteste di chi denunciava come questa imposizione non fosse altro che il solito regalo alle banche. Adesso, che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha escluso che ci saranno sanzioni a carico di chi non si doterà del dispositivo per accettare pagamenti tramite Bancomat, i dubbi sono ancora molti.
I costi: come risparmiare con le convenzioni
Pur avendo, di fatto, derubricato quello che avrebbe dovuto essere un obbligo in un mero onere, la platea degli interessati si sta da tempo muovendo per capire come fare scongiurare eccessivi aggravi, tra noleggio del Pos e relative commissioni applicate sulle transazioni. Si stima, infatti, che siano circa 2,5 milioni di imprese a doversi organizzare per accettare il pagamento tramite moneta elettronica, con oneri che costeranno almeno 2 miliardi ai professionisti, arrivando a oltre 5 per tutti i soggetti coinvolti. Tra gli istituti coinvolti nelle convenzioni stipulate dagli ordini professionali per abbassare i costi ai loro iscritti troviamo Deutsche Bank, Intesa San Paolo, Qui!Group e Bnp Paribas.
Niente sanzioni, ma c’è la mora del creditore e si rischiano contenziosi
I più maliziosi insinuano che il Governo abbia comunque tempo fino al 30 giugno per poter stabilire sanzioni a carico degli inadempienti; gli addetti ai lavori, però, tendono a escludere con decisione questa possibilità, soprattutto per il caos che comporterebbe. Chi non si doterà di Pos può quindi stare tranquillo? Forse non del tutto: il cliente avrà in ogni caso il diritto di chiedere di poter pagare con la carta di debito, e se il professionista rifiuterà un pagamento di questo tipo, scatterà la cosiddetta mora del creditore. Cosa significa, in pratica? Innanzitutto il professionista non potrà lamentarsi in caso di ritardo nel pagamento; dal lato puramente pratico, infatti, la responsabilità del suddetto ritardo sarà tutta a carico suo, e non avrà la possibilità di chiedere all’acquirente gli eventuali interessi maturati. Il dubbio, infatti, è che questa strana situazione di un obbligo senza sanzioni porti a numerosi casi di contenziosi con tutti quei clienti che, a partire dal 30 giugno, riterranno di poter pagare senza problemi attraverso una carta di debito.
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