L’Italia rischia il commissariamento UE? La dura verità sulle manovre della Troika

Valentina Brazioli

1 Ottobre 2013 - 09:57

L’Italia rischia il commissariamento UE? La dura verità sulle manovre della Troika

L’instabilità politica dell’Italia rischia di portare il Paese a una precettazione da parte dell’Europa e a una gestione commissariale. A lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine di un evento all’università Cattolica di Milano.

Mi auguro che il senso di responsabilità di chi governa prevalga. Non vorrei che ci ritrovassimo nella stessa situazione dell’ottobre 2011,

ha infatti dichiarato, riferendosi all’ultimo periodo di vita del governo Berlusconi, quando lo spread superò la soglia di 500 punti base per alcune settimane.

Il rischio Troika in Italia, tuttavia, per ora sembra non sussistere:

L’ipotesi di un commissariamento dell’Italia da parte dell’Unione europea è da escludere, almeno in senso stretto,

ha spiegato il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero.

Quanto entra in azione la Troika?

Ue-Bce-Fmi entrano in campo, infatti, solo quando un Paese richiede gli aiuti europei perché non riesce più a servire il suo debito e ha le casse vuote (come la Grecia), oppure quando il suo sistema bancario è al collasso (come Cipro o la Spagna). L’Italia è certamente in una situazione critica (ha il secondo debito più alto d’Europa dopo la Grecia) ma riesce ancora a finanziarsi sul mercato.

Le manovre lacrime e sangue imposte dalla Troika

Tagli pesantissimi alla pubblica amministrazione, ai salari dei dipendenti pubblici e alle pensioni, privatizzazioni forzate, ricapitalizzazione delle banche e nuove tasse. Sono alcune delle misure, riportate dall’ANSA, che la Troika ha imposto alla Grecia in cambio degli aiuti necessari ad evitare la bancarotta di Atene, e che potrebbero riproporsi anche per l’Italia se effettivamente gli ispettori di Ue, Bce e Fmi dovessero sbarcare anche a Roma. Quindi, se lo spettro Troika dovesse divenire realtà, per il nostro Paese non si arriverebbe forse al prelievo forzoso sui conti correnti adottato a Cipro, ma con ogni probabilità le istituzioni internazionali potrebbero chiedere sforzi notevoli sulle riforme strutturali, sulla lotta all’evasione fiscale, sulla spending review e sul ridimensionamento dell’apparato pubblico. Oltre che sul cuneo fiscale, leit motiv di molte analisi economiche dedicate all’Italia, in cui Ocse, Ue e Fmi chiedono a ripetizione uno spostamento della pressione fiscale dal lavoro e dalle imprese ai consumi. La ricetta greca ha imposto ad Atene una maxi-manovra da 13,5 miliardi di euro in due anni, fatta di 11,5 miliardi di tagli e 2 miliardi di aumento di tasse, compreso proprio l’aumento dell’Iva.

La ricetta greca della Troika: tagli a dipendenti pubblici e pensioni

La scure si è abbattuta prima di tutto sui dipendenti pubblici, che hanno visto ridursi i salari del 20%, e il loro numero diminuire di giorno in giorno. La Troika ha disposto l’aumento dell’età pensionabile e la riduzione di tutte le pensioni sopra i 1.000 euro, l’adozione di una speciale tassa di solidarietà e di nuove addizionali sul reddito. I tagli non hanno risparmiato il settore privato, a cominciare dal dissestato sistema bancario, obbligato a ricapitalizzazioni e a riduzioni dei dipendenti. A tutto campo la lotta all’evasione fiscale e le privatizzazioni, rese forzate da un programma di dismissioni che ha interessato tutti i settori.

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