L’Italia collasserà nel 2014. La previsione di Ambrose Evans Pritchard

Valentina Brazioli

11 Novembre 2013 - 15:10

Le fosche previsioni sul nostro Paese (e sull’euro) di Ambrose Evans Pritchard, International Business Editor del Daily Telegraph.

L’Italia collasserà nel 2014. La previsione di Ambrose Evans Pritchard

Nessuna ripresa economica all’orizzonte per l’Italia, parola di Ambrose Evans Pritchard, prestigioso columnist economico del Telegraph, il quale, intervistato per il sito l’Antidiplomatico da Alessandro Bianchi, dipinge un quadro a tinte fosche per il nostro Paese e per l’euro in generale, lanciando ancora una volta l’allarme deflazione. Con un’unica speranza: le prossime elezioni europee. Ecco in sintesi i punti salienti dell’intervista.

Il possibile ritorno dell’Italia alla lira e il deludente operato di Enrico Letta

Richiamando la necessità anche per l’Europa di un vero e proprio shock economico, come quello delle misure macroecomiche attuate in Giappone con l’Abenomics, Pritchard sostiene che Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Francia debbano fare fronte comune per tutelarsi. Senza un deciso cambio di rotta, infatti, l’Italia sarà al collasso nel 2014. E, sempre secondo il giornalista:

Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno

Pritchard non lesina poi pesanti critiche al nostro Presidente del Consiglio, Enrico Letta, che in un recente incontro tra i due avrebbe dichiarato di confidare in un cambio di atteggiamento da parte della Cancelliera tedesca Angela Merkel. La Merkel, infatti, sempre secondo Letta, in questo terzo mandato sarebbe disponibile a venire incontro alle esigenze dei paesi dell’Europa meridionale. Il giornalista ed economista britannico, che aveva invece esortato il premier a farsi promotore di un “cartello” tra i Paesi europei in maggiore difficoltà, definisce questo tipo di approccio “deludente”, accusando Letta di non riuscire ad accettare la realtà del disastro dell’euro.

Nessun rischio su inflazione ed esportazioni per chi esce dall’euro

Interrogato poi sulle critiche più comuni ai sostenitori del ritorno alla valute nazionali (enorme inflazione e l’impossibilità di competere commercialmente con la Cina), Pritchard sostiene che in realtà l’euro è una vera maledizione per le esportazioni, tale da far perdere ai Paesi europei una quota importante di mercato, il tutto a favore della Cina. Lo scontro tra yuan e euro sta infatti penalizzando interi settori dove l’Italia eccelle, tutto a causa del tasso di cambio. Per ciò che riguarda l’inflazione, invece, il vero rischio per il nostro Paese è lo spettro della deflazione: il “decennio perduto” giapponese ci insegna infatti che la stagnazione dei prezzi si tradurrebbe in un aumento del rapporto tra debito e Pil. Mentre, per una tranquilla uscita dall’euro:

L’Italia dovrebbe optare per un grande stimolo monetario da parte della Banca d’Italia, una svalutazione ed una politica fiscale sotto controllo.

Cosa cambierà con le elezioni politiche europee del prossimo anno?

Le prossime elezioni europee saranno una sorta di referendum sull’euro? Secondo Pritchard, con la tornata elettorale di maggio, assisteremo a un evento potenzialmente epocale: con il probabile arrivo al Parlamento Ue di partiti euroscettici come l’Ukip in Gran Bretagna, il Fronte Nazionale in Francia, il Movimento cinque Stelle in Italia e Syriza in Grecia, i cittadini potranno finalmente esprimere tutto il loro malcontento verso le scelte imposte da Bruxelles.

Potete trovare il testo integrale dell’intervista sul sito l’Antidiplomatico.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it