Johnson & Johnson: crisi oppioidi, oggi è il giorno del giudizio

Luca Fiore

26/08/2019

26/08/2019 - 11:01

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Nella giornata di oggi un giudice dell’Oklahoma sarà chiamato a stabilire se il colosso farmaceutico è da ritenersi responsabile dell’epidemia di oppioidi nello Stato. La decisione è destinata a fare scuola in tutti gli Stati Uniti.

Johnson & Johnson: crisi oppioidi, oggi è il giorno del giudizio

Giornata campale per Johnson & Johnson. Oggi un giudice dello stato statunitense dell’Oklahoma deciderà se il colosso con sede in New Jersey è da ritenersi responsabile della crisi degli oppioidi che sta flagellando gli Stati Uniti.

Secondo un report del National Safety Council relativo ai rischi di morte prevenibili per la popolazione statunitense, è emerso che la morte per overdose accidentale da oppioidi si attesti al quinto posto della classifica generale.

Secondo i dati relativi il 2017, il rischio di morire a causa dell’overdose da oppioidi ha superato, per la prima volta, quello di essere vittima di un incidente automobilistico.

Le morti da oppioidi sono legate sia alle droghe illegali ma anche, e spesso soprattutto, ai farmaci da prescrizione. Negli anni novanta la crisi è stata innescata dall’abitudine dei medici di prescrivere farmaci anti-dolorifici a base di oppioidi in grandi quantità.

Johnson & Johnson: accuse di pratiche commerciali aggressive

Secondo i dati relativi l’Oklahoma, negli ultimi 20 anni alla dipendenza da oppioidi vanno ricondotte circa 6 mila morti. Il procuratore generale dello Stato accusa Johnson & Johnson di aver spinto in maniera “aggressiva” la prescrizione di due farmaci, il Duragesic e il Nucynta, tra i medici dello Stato e di aver sottostimato le possibili conseguenze di una sua diffusione massiccia.

Secondo l’accusa, alle pratiche commerciali dell’azienda è da ricondurre l’epidemia di oppioidi nello Stato che, secondo le stime, costerà alle casse pubbliche tra i 12,7 ed i 17,5 miliardi di dollari.

Il procuratore generale Mike Hunter chiede che J&J paghi oltre 17 miliardi di dollari per aver agevolato la diffusione di questa epidemia. I proventi dovranno essere utilizzati per la realizzazione di un piano trentennale di cura e prevenzione.

Johnson & Johnson accusata di aver sottostimato rischi

J&J, così come le altre società del settore, secondo l’accusa avrebbe prodotto queste “pillole magiche” con l’unico intento di accumulare profitti senza tenere in dovuta considerazione decenni di studi scientifici sulla pericolosità di queste sostanze.

“Si tratta di società – ha detto Hunter- che hanno intrapreso una campagna multimiliardaria cinica e ingannevole per far credere che gli analgesici a base di oppioidi fossero un farmaco magico”. “I soldi possono portare le persone e le società a fare cose molto cattive”.

Johnson & Johnson: nostro comportamento responsabile

La società, che ha rifiutato qualsiasi addebito, ha fatto sapere che i prodotti commercializzati sono regolati “attentamente” dalla Food and Drug Administration e che lo Stato non ha presentato prove che sostengono la tesi secondo cui le pratiche commerciali della società abbiano portato a un peggioramento della situazione.

Inoltre, le campagne di commercializzazione sono state valutate “appropriate e responsabili”.

J&J non è la prima società presa di mira dalle autorità dello stato dell’Oklahoma, che ha già raggiunto accordi con Purdue Pharma (270 milioni di dollari per il farmaco OxyContin) e Teva Pharmaceutical (85 milioni).

La disputa tra autorità e case farmaceutiche in tema di oppioidi ricorda quella contro i big del tabacco che ha caratterizzato gli anni ’90. In quel caso, le quattro maggiori società avevano raggiunto un accordo cumulativo con 46 procuratori generali.

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