Scuola, premiati i megliori insegnanti d’Italia: 50mila euro ad una docente di matematica dell’ospedale di Brescia. Ecco tutti i vincitori della prima edizione dell’Italian Teacher Prize 2017.
Italian Teacher Prize 2017: l’Italia incorona il miglior insegnante dell’anno, al quale è stato assegnato un premio di 50mila euro versato direttamente nelle casse dell’istituto scolastico nel quale insegna.
Lo scorso anno l’allora Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini dopo aver presieduto alla premiazione del Global Teacher Prize, la premiazione per il miglior insegnante al mondo, annunciò di voler istituire questo concorso anche in Italia per premiare quei docenti che nel corso dell’anno si distinguono per innovazione, capacità di insegnamento e qualità morali.
In questi mesi studenti, genitori, Dirigenti Scolastici e insegnanti stessi hanno inviato le candidature per il premio di miglior docente italiano e dopo un’attenta valutazione sono stati nominati i 4 vincitori del concorso.
11mila le candidature pervenute, un buon numero se consideriamo le polemiche scaturite all’indomani dell’annuncio della Giannini.
La commissione che ha valutato le 11mila domande ha scelto 4 insegnanti, tra i quali, ma era lecito aspettarselo, solamente uno insegna negli istituti scolastici. Tra i docenti premiati, infatti, la maggior parte insegnano nelle carceri e negli ospedali dove hanno potuto sperimentare dei metodi d’insegnamento innovativi.
Il premio consiste in un finanziamento dai 30mila ai 50mila che verrà utilizzato direttamente dalla scuola nella quale insegnano per la realizzazione di attività e progetti coordinati con i docenti premiati.
Progetti che meritano di essere menzionati, così come i docenti che hanno deciso a portarli avanti. Ecco quali sono i 4 migliori insegnanti d’Italia.
I 4 migliori insegnanti d’Italia: ecco i vincitori dell’Italian Teacher Prize
Annamaria Berenzi, 51 anni, è la prima classificata all’Italian Teacher Prize. A lei, o meglio alla sua scuola, vanno 50mila euro che saranno utilizzati per la campagna itinerante “In viaggio per guarire”, alla quale prenderanno parte gli allievi in cura e quelli già guariti dell’ospedale di Brescia, dove la Berenzi insegna matematica.
La matematica, odiata da molti studenti, “per affrontare la malattia, per inventarsi un nuovo modo di vivere”; questo è il motto di Annamaria Berenzi che ha ribadito come l’impegno cognitivo da parte di chi non sta bene, “impegnarsi per ottenere dei risultati”, è un elemento fondamentali per rendere partecipi di una vita normale anche quegli studenti impegnati in un percorso terapeutico.
Al secondo posto troviamo un’altra docente di matematica che però insegna in un istituto completamente diverso. Daniela Ferrarello, 40 anni, infatti insegna in una sezione carceraria a Catania. Per lei la matematica è molto importante perché aiuta a “ragionare” e a vedere le cose “da altri punti di vista”; questa quindi è un valore per tutti gli studenti, compresi i detenuti.
La terza docente premiata insegna sempre in un carcere, in quello minorile di Nisida, ma italiano. Il suo nome è Consolata Maria Franco, ha 64 anni e da ben 33 insegna nel carcere minorile dove, come da lei stesso affermato, ha imparato “cos’è il dolore e cos’è la sofferenza”.
Il carcere infatti è un luogo dove ragazzi che già partono da situazioni complicate rischiano di perdersi definitivamente; la professoressa è sincera nel dire che non sempre si riesce a metterli sulla buona strada, ma quando le soddisfazioni arrivano queste sono a dir poco “eccezionali”.
Infine abbiamo Dario Gasparò, 55 anni, che a differenza dei suoi colleghi insegna nelle scuole medie di Trieste. Questo docente è stato premiato per aver sperimentato un nuovo modo di fare scienze: non solo banchi e libri di scuola ma esperimenti sul campo.
Il professore ama portare i suoi studenti in mezzo la natura; gite in barca, in grotta, persino percorsi in bicicletta di notte. E gli effetti si vedono:
“Io porto i ragazzi in bicicletta di notte, in grotta, in barca, faccio fare attività scientifiche direttamente sul campo. I genitori sorridono, i ragazzi arrivano a casa entusiasti, credo sia importante lavorare sempre con il sorriso.”
Gli studenti del professor Gasparò quindi aspettano le sue ore di lezione con felicità e ciò conferma come, anche nello scenario difficile in cui versa la scuola italiana oggi, è ancora possibile reinventarsi e adattarsi a metodi d’insegnamento innovativi e stimolanti.
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