Italia, con il ritardo dei vaccini a rischio €200 miliardi di PIL

Pierandrea Ferrari

1 Aprile 2021 - 15:42

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Secondo le stime di Eetha Ceis il ritardo della campagna vaccinale e il consequenziale slittamento al quarto trimestre del target dell’immunità di gregge potrebbe costare all’Italia 200 miliardi di euro di PIL.

Italia, con il ritardo dei vaccini a rischio €200 miliardi di PIL

L’Italia rischia di bruciare 200 miliardi di euro di PIL a causa del ritardo dei vaccini. A rivelarlo le stime di Eetha Ceis, che ha analizzato l’impatto sull’economia italiana di un eventuale slittamento dell’immunità di gregge dalla fine dell’estate, target del Governo, all’ultimo trimestre dell’anno, ottobre-dicembre.

Lo studio si basa sulle stime di crescita del Fondo monetario internazionale (FMI) e incrocia i dati trimestrali concatenati, destagionalizzati e corretti per giorni lavorativi del sistema Italia.

Vaccini in ritardo, a rischio 200 miliardi di PIL

Dal braccio di ferro sulle forniture tra Bruxelles e AstraZeneca al blocco precauzionale del siero anglo-svedese, i freni alla campagna vaccinale hanno finora impedito all’UE di tenere il passo di Regno Unito e Stati Uniti, dove l’immunizzazione viaggia ormai a gonfie vele e già si pregustano allentamenti e riaperture.

Per il vecchio continente il rischio è che ora si apra una nuova faglia nell’economia, dopo il tracollo dello scorso anno. E sotto la lente finisce proprio l’Italia, che in termini di contrazione del PIL si è attestata ai primissimi posti nell’Eurozona (-8,9%), dietro alle sole Spagna, Grecia e Malta, in quarta posizione con la Croazia.

Il ritmo della campagna vaccinale, del resto, è legato a doppio filo alle prospettive di crescita dell’Area Euro e, dunque, del sistema Italia. Per quest’ultimo, sono tre gli scenari tracciati da Eetha Ceis: nel primo si è immaginato uno slittamento del raggiungimento dell’immunità di gregge all’ultimo trimestre dell’anno, tra ottobre e dicembre, con un ritardo medio di tre mesi rispetto all’obiettivo originario del Governo, fine estate. In questo caso, la perdita di PIL si attesterebbe a quota 200 miliardi di euro, ripartiti tra i -96 miliardi del 2021 e i -104 del 2022.

Una cifra che finirebbe però per lievitare fino a 270 miliardi nel worst scenario, ovvero nel caso in cui l’Italia riuscisse a vaccinare il 70% della popolazione adulta solo sul finire dell’ultimo trimestre. Se il Governo imprimesse invece un’accelerata alla campagna, rispettando il target o comunque non sconfinando oltre fine settembre, si potrebbe innescare una mini-crescita, del 3% quest’anno e del 3,6% nel 2022.

La campagna vaccinale ancora non decolla

Ma qual è lo scenario più probabile, al momento, per l’Italia? I numeri parlano chiaro: nelle ultime due settimane la campagna vaccinale ha effettivamente accelerato, arrivando a toccare un record di 259.000 somministrazioni lo scorso 26 marzo, ma l’ultima media mobile a sette giorni vede l’Italia raggiungere l’immunità di gregge solo il 4 febbraio del prossimo anno, ben aldilà del target temporale dello scenario peggiore di Eetha Ceis.

Certo, come annunciato anche dal Generale Figliuolo, nel mese di aprile arriveranno le prime forniture del siero Johnson&Johnson, e il Governo intende alzare l’asticella verso le 500.000 dosi al giorno. Una prospettiva che riporterebbe l’Italia in corsa per completare la campagna già nel corso di quest’anno, ma il confine tra crescita e contrazione rimane sottile.

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