CRISI. A due giorni dal summit dell’Unione europea sulla crisi del debito, l’ Italia è messa sotto pressione dai suoi partner che dubitano della capacità del governo di rispettare gli impegni di bilancio e sollecitano l’adozione di riforme ambiziose.
"Ci aspettiamo che l’ Italia questa domenica ribadisca in modo chiaro i suoi piani per il risanamento dei conti pubblici e per le riforme strutturali", ha dichiarato il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, al quotidiano francese Les Echos.
La situazione è "urgente", "i fondamentali (italiani) sono solidi, ma vi è la necessità di ulteriori riforme strutturali, soprattutto nel mercato del lavoro", ha insistito il suo portavoce a Bruxelles.
Secondo Rehn se l’Italia annunciasse l’assunzione di un impegno fermo, con un calendario e degli obiettivi precisi, questo potrebbe agevolare notevolmente le trattative tra gli Stati membri, in vista del summit di domenica.
Nel mirino dei mercati, l’Italia ha adottato nel mese di luglio e settembre delle misure di austerità draconiane, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 e ridurre l’enorme debito, che ammonta a 1.900 miliardi di euro (120% del PIL).
Ora che lo scenario economico sembra oscurarsi, in molti, mercati e agenzie di rating comprese - le tre maggiori hanno tutte declassato il paese dalla fine di settembre - dubitano che il Paese possa mantenere i suoi obiettivi e rispettare gli impegni assunti.
A Roma, una fonte del governo insiste, tuttavia, sulla "determinazione dell’Italia a raggiungere l’equilibrio di bilancio" che è "sancito dalla legge" e ricorda che il disavanzo pubblico italiano, pari al 4,6% l’anno scorso e che è previsto raggiunga il 3,9% quest’anno, è uno dei più bassi in Europa.
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Sul fronte delle riforme, Roma tergiversa a causa delle divisioni all’interno del governo, e le misure promesse per rilanciare la crescita non dovrebbero essere adottate prima della fine del mese.
Di fronte a queste richieste di riforme, la stessa fonte del governo sottolinea che il tasso di disoccupazione italiano "è al di sotto della media europea" e che il sistema pensionistico, riformato negli ultimi anni, è "solido".
La posizione di Silvio Berlusconi a Bruxelles domenica, potrebbe essere ulteriormente pregiudicata dalla questione, ancora irrisolta, delle dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi dal comitato esecutivo della BCE, per far posto a un francese. L’ affaire potrebbe offendere la Francia e tradursi in uno scomodo "incidente diplomatico".
In cambio del sostegno di Parigi alla nomina di Mario Draghi a capo della BCE, il Cavaliere si era impegnato a ottenere le dimissioni di Bini Smaghi, che avrebbe acconsentito, secondo la stampa, solo in cambio della carica di governatore della Banca d’Italia.
Tuttavia, dopo aver esaminato la sua nomina a capo della Banca d’Italia, Silvio Berlusconi ha scelto nella notte di Giovedi, e contro le attese, Ignazio Visco, vice direttore generale dell’istituto.
Secondo il quotidiano Il Sole 24 Ore, Bini Smaghi, "deluso" per non essere stato scelto, rifiuterà di dimettersi dalla BCE. L’Istituo di Francoforte non ha voluto commentare in merito.
Per placare gli inquieti animi francesi, il Cavaliere dovrà promettere a Nicolas Sarkozy & Company che "una soluzione sarà trovata entro la fine dell’anno", assicura Il Sole 24 Ore.
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