Italia crescerà dello 0,2% nel 2015 secondo Goldman Sachs

Nicola D’Antuono

23 Dicembre 2014 - 08:14

L’Italia chiuderà in recessione per il terzo anno consecutivo. Secondo Goldman Sachs tornerà a crescere nel prossimo biennio, ma solo dello 0,2% prima e dello 0,6% poi

Italia crescerà dello 0,2% nel 2015 secondo Goldman Sachs

L’autorevole banca d’affari newyorkese Goldman Sachs, una delle più influenti nel panorama dei mercati finanziari mondiali, ritiene che l’Italia uscirà dalla recessione per registrare comunque soltanto una modesta crescita. L’istituto bancario a stelle e strisce si aspetta che il Belpaese riesca a mettere in piedi un rimbalzo del pil dello 0,2% nel 2015, sicuramente meglio rispetto agli ultimi tre anni passati sotto la scure della recessione.

Il 2014 dovrebbe essere archiviato con una flessione dello 0,4%, che va a sommarsi ai segni meno del biennio 2012-2013 chiuso rispettivamente con una contrazione del 2,4% prima e dell’1,9% poi. Dopo la grave crisi finanziaria che ha fatto seguito al crack di Lehman Brothers, l’Italia ha attraversato una delle peggiori fasi economiche dal Secondo Dopoguerra.

Nel 2009 il pil dello Stivale registrò addirittura una flessione del 5,5%: una vera e propria catastrofe economica che spinse il tasso di inflazione verso lo zero (praticamente come oggi, visto che siamo intorno allo 0,2%) e diede il via ai record negativi sul fronte della disoccupazione (ancora oggi ai massimi di sempre). L’anno migliore post-crisi è stato il 2010, quando il pil rimbalzò dell’1,7%.

Secondo Goldman Sachs l’Italia sperimenterà un modesto tasso di crescita economica anche nel 2016, quando le aspettative sono per un pil allo 0,6%. Il governo guidato dal premier Matteo Renzi è chiamato ad accelerare sulle riforme strutturali per evitare di compromettere gli enormi sacrifici fatti dagli italiani negli ultimi anni (a suon di tasse e riduzione dei redditi disponibili).

I problemi dell’Italia non potranno però essere risolti in tempi brevi, in particolare il debito pubblico che resta ben oltre i 2.100 miliardi di euro e intorno al 133% del pil (tra i più alti al mondo). Gli attuali bassi tassi di mercato aiutano il Tesoro a rifinanziarsi a basso costo, ma per sanare le finanze pubbliche sarà necessario un ritorno della crescita economica.

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