Italia: cosa manca (ancora) al Pnrr. L’analisi della Corte dei Conti

Violetta Silvestri

30/03/2022

07/04/2022 - 11:13

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Il Pnrr è in piena attività, ma come sta procedendo la macchina burocratica del piano finanziato dall’Ue per la ripresa in Italia? L’analisi della Corte dei Conti ha evidenziato i punti deboli.

Italia: cosa manca (ancora) al Pnrr. L’analisi della Corte dei Conti

Sul Pnrr è arrivata la relazione dell’attività di controllo della Corte dei Conti.

Sebbene l’organo abbia sottolineato che “l’’attuazione sta procedendo senza particolari ritardi” riferendosi alla “fitta rete di obiettivi nazionali ed europei” strettamente legati all’erogazione delle risorse miliardarie per il Paese, non sono mancate note di criticità.

Cosa, manca - ancora - alla piena attuazione ed efficienza del Piano nazionale di ripresa e resilienza? Il punto sulla relazione della Corte dei Conti.

Pnrr, a che punto siamo? La relazione Corte dei Conti

Lo ha ribadito - di nuovo e con determinazione - anche il presidente del Consiglio Draghi: l’occasione data all’Italia con il finanziamento del Pnrr non può assolutamente essere sprecata.

Non solo, quindi, ammessi ritardi, inefficienze e inadeguatezza nel portare a termine riforme e investimenti.

Mentre la Commissione Europea ha confermato l’erogazione della prima tranche da 21 miliardi di euro, la Corte dei Conti ha fatto luce sull’andamento burocratico del piano.

Nello specifico, la relazione del 30 marzo ha messo in evidenza che non sono stati rilevati particolari ritardi, finora, nell’attuazione di quanto previsto.

Più nel dettaglio, il secondo semestre 2021 è stato chiuso con il conseguimento dei primi 51 obiettivi secondo gli accordi con l’Ue, riconosciuto anche dalla Commissione Europea.

“I traguardi e gli obiettivi intermedi, a carattere interno, mostrano un tasso di realizzazione più basso (69%); tuttavia, in alcuni casi, il loro conseguimento può ritenersi assorbito nel raggiungimento del correlato traguardo europeo”, ha aggiunto la nota.

Per quanto riguarda il 2022 e il semestre ancora in corso, la situazione fotografa 6 obiettivi europei, dei 45 previsti, raggiunti. Ci sono ancora 70 obiettivi intermedi nazionali e ulteriori 55 legati ai progetti finanziati con il Fondo complementare da soddisfare. Da ricordare, che il Fondo complementare è stato stanziato dal Governo per un valore di 30,6 miliardi di euro e si affianca alle risorse Ue.

Sul piano delle riforme, la Corte dei Conti ha sottolineato che non si vedono ancora risultati concreti per una serie di importanti misure: “dalla riforma dell’amministrazione finanziaria e da quella fiscale, una maggiore equità e un miglioramento della competitività del sistema produttivo; dalla riforma del quadro di revisione della spesa pubblica, il recupero di margini di risparmio utili ad un rientro dai livelli di spesa legati alla fase emergenziale.”

L’analisi degli investimenti, inoltre, è apparsa limitata per la mancanza “di un quadro complessivo dei risultati degli interventi connessi alle misure “in essere” transitate nel Piano, di cui non è stato completato il censimento.”

In questo contesto, sono ancora deboli e lenti nell’attuazione i canali burocratici che devono necessariamente sostenere chi attua riforme e investimenti del Pnrr: strutture amministrative, uffici di coordinamento tra livelli di governo e quadro regolamentare chiaro, efficace e snello.

Inoltre, le singole amministrazioni coinvolte nell’attuazione del piano non hanno le strutture tecniche adeguate per coordinare le attività del Pnrr.

Il monito della Corte dei Conti è stato più severo sulle capacità territoriali:

“Ancora limitata è la disponibilità di strutture tecniche a sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali. Capacità, quest’ultima, non surrogabile, pena la perdita dei fondi o la necessità di riprogrammare gli interventi, con il ricorso a quote di riserva.”

L’allerta per le casse dello Stato

In un passaggio della sua relazione, la Corte dei Conti si è soffermata anche sul punto bilancio dello Stato.

Non occorre trascurare, infatti, che “la forte crescita delle somme previste da Pnrr e Pnc si innesta su una spesa in conto capitale fortemente aumentata nella fase pandemica.”

Il bilancio 2022-24 prevede gli stanziamenti importanti, da 85 miliardi nel 2022 e tra i 79-80 nel biennio successivo.

I nuovi investimenti previsti dai Piani (22,4 miliardi nel 2022 e rispettivamente 30 e 37 nel biennio successivo) si aggiungono a cifre quinti molto alte. Vista la programmazione di risultato vincolata, secondo la Corte dei Conti il Governo dovrà affrontare uno sforzo di realizzazione impegnativo.

Diversi, quindi, sono ancora gli ostacoli al Pnrr.

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