Intesa Sanpaolo: Messina, non interessati a fusioni. Bond in Yen paga il rischio-Italia

Luca Fiore

14/03/2019

14/03/2019 - 11:07

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L’Ad di Intesa Sanpaolo ha nuovamente precisato che l’istituto non è interessato a fusioni, né in Italia, né all’estero. Per quanto riguarda il prossimo rinnovo dei vertici, è continuità la parola d’ordine. Sul mercato dei bond, rendimento in decisa crescita per il bond in Yen.

Intesa Sanpaolo: Messina, non interessati a fusioni. Bond in Yen paga il rischio-Italia

La più grande banca retail italiana non è interessata ad accordi di fusione. È quanto ha affermato l’Amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Il manager, nel corso di un incontro con la stampa estera, ha inoltre precisato che questo vale sia per l’Italia che per l’estero.

Cn il Ftse Mib in rialzo dello 0,97% a 20.749,20 punti, in avvio di seduta le azioni Intesa Sanpaolo salgono dell’1,44% a 2,1855 euro. Nonostante nelle ultime cinque sedute le azioni Intesa Sanpaolo siano scese dell’1,26%, il saldo trimestrale si conferma positivo per oltre 7 punti percentuali.

Accordo per confermare Gros-Pietro

Secondo quanto riportato nell’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore”, tra le Fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo sarebbe stato raggiunto l’accordo per la conferma di Gian Maria Gros-Pietro alla presidenza della banca.

Per la conferma ufficiale c’è da attendere qualche giorno, il 20 marzo, quando le cinque Fondazioni si incontreranno a Roma. In linea generale, riporta la testata, la continuità dovrebbe riguardare tutto il Consiglio di amministrazione e, ovviamente, anche la figura dell’Ad.

L’ipotesi della conferma dell’accoppiata formata da Messina e da Gros-Pietro era nell’aria alla luce della relazione approvata dal board uscente in cui si riconosce il valore della “continuità” tra attuale e futuro board di Ca’ de Sass.

Prezzato bond in Yen, rendimento paga il rischio-Italia

Intanto la banca ha lanciato un’emissione in yen con tranche a 3 e 15 anni. Il taglio con scadenza più prossima, collocato per 8,2 miliardi di yen, è stata prezzato alla pari con un rendimento di 135 punti base sulla curva swap in yen. Il 15 anni invece, messo sul mercato per 5 miliardi di yen, ha registrato uno yield di 165 punti base sullo swap. È ancora in forse, rilevano i ben informati, la tranche con scadenza cinque anni.

L’operazione si inserisce nel programma Emtn da 70 miliardi di euro ed è stata curata da Barclays, Daiwa, Nomura e Smbc Nikko.

Rispetto a un anno fa, causa la differente percezione da parte del mercato del rischio-Italia, l’emissione in divisa nipponica ha fatto registrare un forte incremento del rendimento.

Nel 2018 erano state collocate quattro tranche a 3, 5, 10 e 15 anni per 46,6 miliardi di yen e i dati relativi il rendimento dei titoli in collocamento oggi, 3 e 15 anni, erano stati pari rispettivamente a 26 e 55 punti base. In poco più di 12 mesi il rendimento sui due tagli è cresciuto di oltre 100 punti base (109 e 110 pb).

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