Il vaccino obbligatorio sarebbe costituzionale: la conferma del Presidente della Consulta

Luna Luciano

21/11/2021

02/12/2022 - 11:01

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Dopo la decisione dell’Austria, si riaccende il dibattito sull’obbligo vaccinale in Italia. Secondo il presidente emerito della Corte costituzionale l’obbligo è del tutto costituzionale. Ecco perché.

Il vaccino obbligatorio sarebbe costituzionale: la conferma del Presidente della Consulta

L’obbligo vaccinale sarebbe del tutto legittimo e costituzionale. A dirlo non sono state le forze politiche in campo, ma il presidente emerito della Consulta, Giovanni Maria Flick, il quale una volta per tutte ha voluto fugare ogni dubbio: non ci sarebbe alcun problema di natura costituzionale davanti alla resa obbligatoria del vaccino anti-Covid. L’argomento che ha da sempre incendiato il dibattito in Italia è ritornato in auge dopo la scelta del governo austriaco di imporre il vaccino alla sua popolazione. Una scelta che ha condotto di nuovo l’Italia a interrogarsi sulla questione. Secondo il presidente Flick, il problema non sarebbe di natura costituzionale, ma di natura politica.

Vaccino obbligatorio: ecco perché è costituzionale

Non c’è alcun dubbio, l’obbligo vaccinale è “pacifico e conclamato”. Sono queste la parole con cui il presidente della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick, chiude la questione in Italia. Dopo la scelta del governo austriaco di imporre l’obbligo del vaccino, infatti, l’argomento era tornato al centro dell’attenzione, ma questa volta a rispondere alle domande è stato un esperto della Costituzione italiana, fugando ogni dubbio. A suo giudizio, non può esistere alcun dubbio sull’imposizione. Se veramente fosse incostituzionale l’obbligo vaccinale, l’Italia avrebbe vissuto perennemente nell’incostituzionalità dall’introduzione dei vaccini, dopo essere stati definiti vincolanti, “salvo l’ipotesi in cui non possa essere somministrato per ragioni specifiche”. Giovanni Maria Flick ha quindi poi spiegato quali sono gli articoli della Costituzione a cui fare riferimento: l’articolo 16 e l’articolo 32.

  • L’articolo 16 rivendica il diritto di ogni cittadino a circolare e soggiornare liberamente, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.
  • L’articolo 32 invece afferma che solo la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e della collettività. Nessuno quindi può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario “se non per disposizione di legge”.

Questi due articoli si trovano già nell’articolo 2, dove la Costituzione riconosce i diritti inviolabili della persona e i doveri inderogabili, tra cui quelli di solidarietà sociale. Per Flick sarebbe quindi ovvio che l’obbligo non presenterebbe alcun problema di natura costituzionale.

Le indicazioni costituzionali sulla possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale sono conclamate e pacifiche. A mio giudizio non c’è da discutere, come dimostrano i vaccini previsti per l’ammissione scolastica dei bambini.

Perché l’Italia ancora discute sull’obbligo vaccinale?

Se la natura costituzionale dell’obbligo sarebbe del tutto palese, è impossibile non domandarsi come sia possibile che allora ancora se ne discuta in Italia. Flick ne fa un problema non tanto legislativo, quanto un problema politico e sociale. Se infatti alcuni partiti, tra cui il PD, si sono schierati a favore dell’obbligo, la destra si è divisa e spaccata. Molti sono i partiti che cercano di strizzare l’occhio ad una buona fetta della popolazione contraria a vaccinarsi. Secondo Flick il problema sta nel non volersi prendere la responsabilità di una simile scelta.

L’obbligo vaccinale con ogni probabilità sarebbe potuto essere imposto fin dalla prima somministrazione, ma l’instabilità politica gioca un ruolo fondamentale nella partita. Molto probabilmente una delle difficoltà incontrate dal Governo non è stato tanto l’imposizione del vaccino, quanto come attuarla, e quindi capire quali sanzioni e quali metodi di accertamento adottare; un secondo motivo potrebbe essere il timore di una protesta ancora più violenta, rispetto alle proteste dei no-vax e no green pass, culminate a Roma con la devastazione della sede del Cgil da parte di Forza Nuova.

L’obbligo vaccinale può essere introdotto per decreto?

Dopo aver discusso sul perché l’obbligo vaccinale sia costituzionale o meno, e del perché l’Italia non l’abbia ancora imposto, non resta che domandarsi come questo obbligo potrebbe essere imposto: con un decreto? Con un Dpcm?

La risposta di Giovanni Maria Flick ancora una volta torna ad essere illuminante: il decreto, come il Dpcm, potrebbero non essere la soluzione migliore, sempre per ragione politiche, più che costituzionali. Il Dpcm, come il decreto, è un provvedimento provvisorio urgente, per poter essere permanenti dovrebbe prima essere vagliato alla Camera, e poi ricevere una convalida entro 60 giorni. Il rischio si annida proprio al momento della resa obbligatoria del vaccino permanente. Il rischio non è solo che il decreto sia bocciato per ovvie ragioni politiche, ma che possa essere osteggiato, creando una situazione di stallo, dove a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta le categoria più fragili, che non si possono vaccinare, e le persone contrarie alla vaccinazione perché poco informate, esponendo la collettività al rischio di un aumento dei contagi che preoccupa non poco Palazzo Chigi.

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