Il Covid sta cambiando: ecco come

Giorgia Bonamoneta

28/09/2021

28/09/2021 - 21:12

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Più il Covid continua a circolare maggiori saranno le possibilità che muti. Questa ormai è una certezza, ma anche la campagna vaccinale sta cambiando la malattia. Ecco come.

Il Covid sta cambiando: ecco come

Il Covid sta cambiando, non è più come lo conoscevamo inizialmente.

Non è qualcosa di alieno, le malattie cambiano, lo fanno spesso e molto di questo cambiamento dipende dalla loro circolazione. L’informazione scientifica in merito ne ha discusso a lungo: per impedire nuove varianti, e quindi nuove ondate, bisogna impedire che il virus circoli e muti all’interno degli individui.

A distanza di oltre un anno e mezzo - ormai stiamo per toccare la soglia dei due anni dall’inizio della pandemia - il virus SARS-CoV-2 è cambiato e molto. Attualmente, come sappiamo, è la variante Delta quella dominante e questa si distingue dal virus originale per capacità di diffusione, ovvero maggiore contagiosità.

Insieme a questi cambiamenti interni al virus, sta cambiando la società e l’approccio dei Paesi al virus. Ogni scelta ha delle ripercussioni sulla popolazione e in questo particolare momento, con la ripresa delle attività scolastiche in presenza, è la platea di positivi a cambiare.

Cambia il Covid: i bambini sono i più contagiati

Se ne sta parlando ben prima dell’inizio della scuola, perché la paura che i nuovi contagiati diventassero i bambini sotto i 12 anni (quelli non ancora vaccinati) era piuttosto alta. Alla fine i dati hanno sostanzialmente confermato tale paura, ma con esiti non proprio catastrofici come si pensava.

Infatti sappiamo che nell’ultimo mese il 23,6% dei contagiati aveva meno di 20 anni e la maggior parte si trovava nella fascia di età 0-18, ovvero quella scolastica. Anche nelle ultime due settimane i contagi si sono concretati su questa fascia, ma emerge un particolare: quelli maggiormente colpiti sono gli under 12 non ancora vaccinati, anzi non vaccinabili.

La fascia in maggior crescita è quella tra i 3 e i 5 anni, le altre sono stabili, nel senso che sono tra le più contagiate, ma senza particolari picchi. I dati, forniti dall’Istituto Superiore di Sanità si concentrano quindi sui risultati della campagna vaccinale negli under 20 e mettono a confronto i ricoveri dei vaccinati e dei non vaccinati. Per quanto pochi, anche i bambini vengono ricoverati nelle terapie intensiva e purtroppo questo sembra essere un dato in crescita (11,5% dei neonati). L’idea di vaccinare anche i più piccoli diventa sempre più concreta.

Il Covid sta cambiando grazie alla campagna di vaccinazione

I dati sono chiari: i vaccini prevengono l’infezione nella maggior parte dei casi. Suona un po’ strano sentire ancora qualche no-vax giustificare la propria scelta di non vaccinarsi perché “tanto ci si contagia comunque”. Vero sì, ma con il vaccino la possibilità di finire in terapia intensiva cala drasticamente.

L’ISS fa sapere che con il ciclo completo l’88% della popolazione vaccinata non viene proprio contagiata e il restante, quelli che risultano positivi, per un buon 94% non finisce in terapia intensiva.

Le terapie intensive e gli ospedali si stanno finalmente svuotando dei casi di Covid - storia diversa invece per tutte le altre patologie lasciate indietro a causa della crisi sanitaria - e in generale sembra che si stia uscendo dalla fase più acuta della pandemia.

L’effetto paradosso

In questo quadro come si spiegano i morti giornalieri e in particolare i morti per Covid vaccinati? Si chiama “effetto paradosso” e fa riferimento alla vicinanza dei numeri tra infezioni, ospedalizzazioni e decessi di vaccinati e non.

A un primo sguardo i dati sembrano identici, basta guardare il numero di morti tra vaccinati (364) e non vaccinati (338), ma la matematica ragiona diversamente. Infatti i morti dei vaccinati sono da considerarsi in riferimento al numero dei vaccinati, quindi su una platea di 4 milioni di persone (8,7 ogni 100 mila), mentre il numero dei morti non vaccinati si riferiscono a un pubblico di 280 mila persone (119 ogni 100 mila), quindi ben 13 volte superiore.

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