Imu 2023, guida alla tassa sulla casa: chi paga, quanto e scadenze

Patrizia Del Pidio

04/11/2023

17/11/2023 - 13:38

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La scadenza della seconda rata dell’Imu, fissata al 16 dicembre 2023, si avvicina. Chi è tenuto al pagamento dell’imposta e quanto si deve pagare?

Imu 2023, guida alla tassa sulla casa: chi paga, quanto e scadenze

Imu 2023: quando scade la seconda rata? L’’imposta municipale unica, è una patrimoniale dovuta da chi è possessore di immobili. Il pagamento dell’imposta, però, non è sempre dovuta perché nel suo calcolo entrano anche eventuali esenzioni. Ma non tutti sono tenuti al pagamento e per il calcolo entrano in gioco diverse variabili. Avvicinandosi la scadenza dell’acconto, però, vediamo tutte le istruzioni da seguire.

Iniziamo dalle scadenze perchè l’Imu si paga in due quote:

Chi paga l’imposta, quali sono le esenzioni previste e chi ha diritto a riduzioni? Analizziamo di seguito come funziona l’Imu 2023.

Cos’è l’Imu

Istituita nel 2011, negli anni l’Imu ha subito diverse modifiche, alcune delle quali introdotte in via temporanea nel periodo dell’emergenza Covid e pertanto non più operative. Non si paga l’imposta sull’abitazione principale, esenzione che non è stata intaccata per l’anno in corso. L’Imu sulla prima casa è dovuta esclusivamente quando la prima abitazione rientra tra quelle di lusso.

Sono numerose poi le esenzioni e agevolazioni Imu che è necessario tenere a mente per stabilire se e quanto si è tenuti a versare

Analizziamo quindi tutte le regole, per capire come funziona e chi paga l’Imu 2023.

Imu: come funziona

L’Imu 2023, l’imposta unica che dal 2020 accorpa anche la Tasi, è la più conosciuta tassa sulla casa.

Si tratta di uno dei tributi di competenza dei Comuni, insieme alla Tari. Sono questi infatti, sulla base della normativa nazionale, a stabilire con i propri regolamenti le aliquote ed eventuali agevolazioni aggiuntive.

L’Imu, acronimo di Imposta Municipale Unica, è dovuta dal possessore di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.

Anche nel 2023 è confermata l’esenzione per la prima casa, quella definita come “abitazione principale”, a eccezione degli immobili di lusso.

Chi paga e chi no la tassa unica sulla casa. Soggetti obbligati ed esenzioni

I soggetti obbligati a pagare l’Imu 2023 sono:

  • i proprietari di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli;
  • titolari di diritti reali di godimento (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie;
  • il concessionario di aree demaniali;
  • il locatario di immobili in leasing;
  • il coniuge a cui viene assegnata la casa coniugale a seguito di separazione legale (ma solo nel caso di abitazione “di lusso”).

Non paga nulla il possessore di un solo immobile adibito ad abitazione principale, definita come la sede della residenza anagrafica del contribuente e del proprio familiare. L’esenzione si applica anche alle pertinenze di categoria catastale C2, C6 e C7.

Anche nel 2023 resta la “disciplina di sfavore” prevista per le prime case di lusso: per gli immobili di categoria catastale A1, A8 e A9 l’Imu è dovuta anche se è il solo immobile posseduto e vi si ha la residenza.

Sono considerati immobili assimilati ad abitazione principale e quindi esenti:

  • le unità immobiliari delle cooperative a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari;
  • unità immobiliari delle cooperative a proprietà indivisa destinate a studenti universitari assegnatari, anche in assenza della residenza anagrafica;
  • i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali;
  • la casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli;
  • un solo immobile non locato, posseduto dai soggetti appartenenti alle Forze armate, alle Forze di polizia, al personale dei Vigili del fuoco nonché a quello appartenente alla carriera prefettizia.

Con propria delibera, i Comuni possono assimilare a prima casa l’unità immobiliare non locata posseduta da anziani e disabili ricoverati in case di cura o di riposo. Per capire se spetta l’esenzione, però, è bene consultare la delibera Comunale.

Per contrastare la desertificazione commerciale delle zone rurali, la legge di Bilancio 2022 ha stanziato 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, per offrire un contributo agli esercenti di attività di commercio al dettaglio e agli artigiani che avviano, proseguono o trasferiscono la propria attività nei comuni delle aree interne con popolazione fino a 500 abitanti.

Nel 2022 si sono aggiunti due ulteriori casi di esenzione Imu:

Agevolazioni e riduzioni Imu

Non ci sono solo le esenzioni totali. Anche in sede di calcolo dell’Imu 2023 bisognerà controllare quali sono le agevolazioni e riduzioni riconosciute.

È confermata la riduzione del 50% per la casa concessa in comodato d’uso gratuito tra genitori e figli. La stessa agevolazione si applica anche agli immobili inagibili ed inabitabili accertata dall’ufficio tecnico comunale con una perizia. La riduzione del 50% si applica sulla base imponibile.

Per le abitazioni concesse in locazione con canone concordato, l’Imu è ridotta al 75%. In questo caso la riduzione si applica all’aliquota del Comune. Il contribuente ha dunque una riduzione del 25% sull’Imu dovuta.

Le aliquote per il calcolo dell’Imu 2023

Le aliquote Imu sono di due tipi:

  • ordinaria, pari allo 0,86%. Il Comune può aumentarla fino all’1,06% o diminuirla in determinate condizioni;
  • ridotta (per l’abitazione principale di lusso e per le pertinenze), pari allo 0,5% (aumentabile dello 0,1%).

Tramite delibera comunale, però, i sindaci potranno anche decidere di ridurre l’aliquota, fino ad azzerarla.

Sono poi previste ulteriori aliquote, introdotte dalla legge di Bilancio 2020:

  • 0,1% per i fabbricati rurali strumentali;
  • 0,1% (con possibilità di aumento fino allo 0,25%) per gli immobili merce non locati dalle imprese costruttive;
  • 0,76% per i terreni agricoli (con possibilità di aumento fino all’1,06% o di diminuzione fino all’azzeramento);
  • 0,76% per i fabbricati D.

La principale novità in questo caso è che:

i comuni possono annullare completamente, con apposita delibera del consiglio comunale, l’imposizione di tale fattispecie.

Si ricorda che i Comuni sono tenuti a trasmettere le delibere al Mef entro il 14 ottobre. Le stesse devono poi essere pubblicate sul portale del Dipartimento delle Finanze entro il 28 ottobre di ciascun anno di imposta, al fine di consentire ai contribuenti di pagare il saldo e l’eventuale conguaglio dovuto.

Se il proprio Comune non mette a disposizione una nuova delibera entro la scadenza, significa che il calcolo dell’Imu 2023 dovrà essere effettuata con l’aliquota dell’anno precedente.

Scadenze Imu e come si paga

L’Imu 2023 potrà essere pagata tramite:

Restano due le scadenze da ricordare:

  • la prima rata (acconto Imu) è quella del 16 giugno 2023;
  • la seconda rata (saldo Imu) è quella del 16 dicembre 2023, che slitta al 18 dicembre cadendo il 16 di sabato.

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