I governatori possono chiudere le regioni?

Isabella Policarpio

1 Giugno 2020 - 15:51

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Spostamenti tra regioni dal 3 giugno, anche se alcuni governatori non sono d’accordo. De Luca e Solinas sono dubbiosi, ma chiudere i confini o limitare gli ingressi sarebbe illegittimo. Spieghiamo il perché.

I governatori possono chiudere le regioni?

I presidenti delle regioni non possono chiudere i confini regionali o limitare l’accesso ai cittadini provenienti dal nord Italia e dalle regioni più colpite dal coronavirus, in particolare Lombardia e Piemonte.

Il Governo, infatti, ha più volte ribadito che l’apertura del 3 giugno agli spostamenti interregionali è su scala nazionale e che nessun governatore può decidere altrimenti e bloccare gli ingressi.

Il potere di chiudere le regioni - o parti di esse - spetta unicamente allo Stato centrale tramite decreto del Consiglio dei Ministri (DPCM) oppure ordinanze del Ministero della Salute e solo laddove ci sia un concerto rischio per la popolazione.

Sfuma la proposta del passaporto sanitario del governatore sardo Solinas - il Ministro Boccia lo ritiene incostituzionale - e allo stesso modo dovranno “cadere” le pretese di De Luca per la regione Campania.

I governatori non possono chiudere le regioni: ecco perché

L’Italia è un Paese pieno di contraddizioni e differenze, anche nell’andamento della curva epidemiologica e nella diffusione del coronavirus. Tuttavia la fase che inizia dal 3 giugno 2020 riguarda l’intero territorio nazionale senza escludere le regioni dove ci sono più contagi (la Lombardia).

Il via libera agli spostamenti interregionali non può essere limitato dai governatori; se così fosse non solo verrebbe violata la decisione del Governo, ma anche l’articolo 120 della Costituzione che regola i rapporti tra lo Stato centrale, le regioni, le province e i comuni, e recita:

“La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale.”

A dirlo è anche il Ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia il quale ha dichiarato che eventuali provvedimenti limitativi da parte delle regioni saranno impugnati e dichiarati illegittimi.

Il dettato costituzionale parla molto chiaro, ma anche la volontà del Governo confluita nel decreto-legge in vigore dal 18 maggio: da mercoledì 3 giugno ci si potrà spostare lungo la Penisola senza limitazioni e autodichiarazioni di ogni sorta; le restrizioni sono ammesse solo per mezzo di provvedimenti statali e dietro attenta valutazione della curva dei contagi.

La conferma nella FAQ del Ministero dell’Interno (aggiornata al 27 maggio 2020):

“A partire dal 3 giugno sarà nuovamente consentito spostarsi tra regioni diverse per qualsiasi motivo. Gli spostamenti interregionali potranno comunque essere limitati, solo con provvedimenti statali (decreti del Presidente del Consiglio dei ministri o ordinanze del Ministro della salute), in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.”

Le precisazioni del Ministero non lasciano dubbi d’interpretazione, con buona pace dei governatori ostinati ad emanare ordinanze contenitive.

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