Continuano le trattative tra Grecia e creditori nonostante il referendum già indetto. Tsipras detta le condizioni ma la Merkel si mostra fredda e attende l’esito del voto.
Incomprensibile Tsipras: prima abbandona il tavolo delle trattative indicendo un referendum sull’accettazione della proposta della controparte (proposta che sarebbe comunque scaduta prima della data del referendum), poi a referendum indetto torna al tavolo delle trattative al primo cenno di riapertura da parte di Juncker (che in modo a sua volta non privo di un certo ridicolo chiedeva allo stesso governo greco di sostenere la campagna per il Sì)... che razza di linea stanno portando avanti Tsipras e Varoufakis?
La giornata di ieri, quella della scadenza della rata di 1,7 miliardi al Fmi e del piano di aiuti è stata relativamente calma sui mercati con borse europee volatili ma tutto sommato stabili dopo il crollo del giorno prima e il cambio euro-dollaro che ha oscillato tra 1,11 e 1,12.
Default tecnico
E ora che le scadenze sono superate che succede? Formalmente la Grecia è in default tecnico, di fatto non succede nulla: "le porte restano aperte" e si continua a trattare.
Alla proposta di ieri dell’Eurogruppo di estendere il piano di aiuti Tsipras ha risposto nel pomeriggio rilanciando come condizione per un accordo un nuovo piano di 2 anni e un haircut del debito.
Su questa proposta si sono di nuovo riuniti ieri alle 19 in videoconferenza i rappresentanti dell’Eurogruppo giungendo però a un nulla di fatto, così sui social il ministro finlandese Alexander Stubb:
Non è possibile estendere l’attuale piano, La lettera di Tsipras includeva tre richieste. L’estensione del programma o l’ ’haircut’ non è possibile, e la richiesta di un piano ESM deve essere gestita attraverso le procedure normali
Quindi picche, Tsipras ha mostrato come il coinvolgimento diretto del suo popolo nel decidere il proprio destino fosse solo una mossa tattica nell’ambito della trattativa e tuttavia non ne ha tratto nulla.
Nuova riunione in mattinata
Stamattina l’Eurogruppo si riunirà nuovamente, probabilmente per dettare nuove direttive a una Grecia indebolita dall’aver scoperto subito le sue carte e dalla nuova condizione scattata dalla scorsa mezzanotte: default tecnico sul debito pubblico. Se diventerà un default effettivo con tutte le conseguenze del caso lo scopriremo presto.
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